È stato il Sanremo delle polemiche, dei fischi e delle standing ovation, ma anche dei tanti complimenti al direttore artistico – o meglio, dirottatore – Claudio Baglioni. Per molti Baglioni ha avuto il merito di riportare la musica al centro del festival, trovando un buon equilibro tra nomi nuovi e artisti dal grande consenso popolare, senza mai cadere nelle provocazioni dei giornalisti o dei politici.
Il direttore della Rai, Teresa De Santis, ha dichiarato di aver apprezzato molto «il perfezionismo e l’attenzione» aggiungendo anche che non vorrebbe «limitarli al confine di Sanremo». Ora, quindi, tutti si chiedono quale sarà la sorte del Sanremo 2020? Sull’ipotesi di un ritorno al festival anche per il prossimo anno, Baglioni ha commentato:«Tanto lavoro ci sarebbe da fare e mi piacerebbe persino farlo. Ora però non ne ho davvero la minima idea, anche perché il troppo stroppia».
Baglioni si è espresso anche in merito alla polemica sul sistema di voto degli artisti, che ha suscitato in lui più di una perplessità: «O il festival diventa di nuovo solo popolare, o questa mescolanza, il fatto di avere tre o quattro giurie spezzettate rischia di essere discutibile. Qualsiasi direttore artistico che arriva a Sanremo si trova tante incrostazioni precedenti, si trovano servitù di passaggio. Poi c’è un atteggiamento timoroso nei confronti della sala stampa, si pensa che togliere il voto ai giornalisti possa suscitare un ritorno ostile, lo dico con grande franchezza. Penso che se il festival vuole essere veramente una manifestazione popolare deve essere giudicata solo dal televoto».
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