“Credo che dovremmo iniziare dalle forbici. Ci sono vari tipi di forbici. E c’era una volta un uomo che aveva addirittura forbici come mani. Forbici al posto delle mani. Conosci il castello in cima alla montagna? Una volta, tanti e tanti anni fa, viveva in quel castello un inventore e tra le tante cose che faceva si racconta che diede vita ad un uomo, un uomo con tutti gli organi, un cuore, un cervello, con tutto… beh quasi tutto, perché vedi, l’inventore era molto vecchio e morì prima di finire l’uomo da lui stesso creato, allora l’uomo fu abbandonato senza un papà, incompleto e tutto solo. Il suo nome era Edward…”
Iniziava così una delle storie romantiche e toccanti di tutti i tempi.
“Edward mani di forbice” è il film che segna l’inizio di una collaborazione lunga 22 anni tra il regista Tim Burton e il suo attore feticcio Johnny Depp.
Da pochi giorni questa emozionante pellicola ha compiuto 25 anni e rappresenta da allora uno dei film cult della cinematografia americana.
Edward Mani di Forbice
Il film arrivò nelle sale americane il 7 dicembre 1990, mentre in Italia fu necessario attendere fino al 24 aprile 1991. Il set del lungometraggio fu indimenticabile perché ospitò l’ultima interpretazione di Vincent Price, idolo di Tim Burton. La scena in cui muore tra le braccia di Edward è l’ultima scena che ha girato prima di morire. Inoltre sul set nacque l’amore travolgente tra Johnny Depp e Winona Ryder. La storia durò dal 1989 al 1993 e Depp si fece tatuare sul braccio la scritta “Winona forever”, appena l’amore finì il bell’attore fece modificare la scritta in “Wino forever”, ossia “ubriaco per sempre”.
L’immagine di Edward, compreso il nome, fu ideata da Burton stesso in alcuni disegni al tempo del liceo. Il regista si ispirò al leader dei Cure, Robert Smith, un po’ come successo più di recente nel film “This Must be the place” di Sorrentino. Burton chiese al leader dei Cure perfino di occuparsi della colonna sonora, pima di rivolgersi a Danny Elfman. Per vestire i panni di questo malinconico pierrot moderno vennero presi in esame Tom Cruise, Jim Carrey, Michael Jackson e Robert Downey jr. La scelta ricadde su Depp, al suo primo ruolo da protagonista, perché camaleontico, espressivo e decisamente inquietante nell’aspetto.
La pellicola fu girata a Tampa, in Florida, in un nuovissimo quartiere. La produzione ospitò gli abitanti del quartiere in albergo per il tempo delle riprese e dipense le case con dei colori pastello. Le meravigliose siepi, invece, sono finte. Si tratta di strutture in ferro ricoperte da piante rampicanti artificiali.
Fiaba Macabra
Il film è una sorta di fiaba macabra e drammatica in cui la morale è complessa e molteplice. L’accettazione e il rispetto del diverso e la ridicolizzazione di certa borghesia americana degli anni ’50 e ’60, ma non solo. In qualche modo l’isolamento del personaggio di Edward rappresenta anche l’isolamento di Burton stesso e un po’ di tutti gli artisti inizialmente incompresi.
Nel 2012, come omaggio al bellissimo cult, i Griffin hanno inserito il personaggio di Edward nel sesto episodio dell’undecima stagione, intitolato “Crisi di mezza età”. Johnny Depp ha ovviamente doppiato il cartone tornando nei panni di Edward ancora una volta.
La 20th Century Fox per festeggiare questo importante traguardo, ha dedicato alla pellicola uno speciale Blu-ray celebrativo. Contenuti esclusivi e commenti del regista che impreziosiscono il già prezioso film.
Chi è cresciuto negli anni in cui uscì il film non dimenticherà mai l’emozione e l’empatia provata nei confronti del protagonista. I ragazzi volevano avere il suo fascino tenebroso e le ragazze avrebbero voluto essere la bella Kim per essere amate da lui.
Tutti, indistintamente, davanti ad un indifeso Edward che giustifica l’assurdità della sua condizione con un semplice “Non mi ha finito”, avremmo voluto essere il suo creatore per “finirlo” davvero e regalargli la vita che avrebbe meritato da sempre.
Eppure è proprio questa sua condizione che lo rende un personaggio autentico ed eterno e in fondo, se ci guardiamo bene dentro, un piccolo Edward è in ognuno di noi. Tutti violenti e tutti fragili allo stesso tempo, spesso fuori luogo e fuori contesto.