Storia della musica

Depeche Mode: i tre album da ascoltare assolutamente

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Pubblicato il 04/10/2022
Di Team Digital
Depeche Mode i tre album da ascoltare assolutamente


“Trovare stabilità in ciò che conosciamo e amiamo, concentrarci su ciò che dà significato e scopo alla vita”. Con questo messaggio e una foto simbolica in studio è ripartito il viaggio musicale dei Depeche Mode che si era temporaneamente interrotto lo scorso 26 maggio con la notizia della morte prematura di “Fletch”, Andrew Fletcher, terzo componente storico della band sin dal 1980, anno di inizio della loro attività.


Un duro colpo che ha richiesto qualche mese per essere assorbito, ma fortunatamente la voglia di fare musica ora lascia spazio a qualcosa di nuovo, un nuovo album “Memento Mori” e un Memento Mori Tour attesissimo a distanza di cinque anni dalla fine del “Global Spirit Tour”, che ha visto, tra l’estate del 2017 e quella del 2018, 2,5 milioni di spettatori. I Depeche Mode, nonostante i 42 anni di carriera alle spalle, continuano ad avere un seguito di tutto rispetto e soprattutto una freschezza musicale che ripaga i fan delle attese, album dopo album.

In attesa di vederli sui palchi di tutto il mondo, ricordiamo insieme tre album del passato della band che davvero non potete perdere!




“Black Celebration” – 1986


“Black Celebration” è il quinto album della band inglese ed è l’unico a portare il nome di una canzone contenuta nel disco. È un periodo abbastanza malinconico e scuro per Martin Gore e compagni, questo si ripercuote anche sulla loro musica e ne viene fuori un disco cupo, dark, inquieto. Un mood che continueranno a portare avanti anche negli album successivi, anche se intervallato da altre modalità espressive.  11 brani incredibili, un milione di copie vendute in tutto il mondo. Sono tantissimi i brani che vale la pena ascoltare in questo album: “Black Celebration” che dà il titolo all’album è un capolavoro, “Fly on the Windscreen”, “A question of lust” cantato da Martin Gore, “It doesn’t Matter two” e “A question of time” con un video bellissimo diretto dal regista olandese Anton Corbijn, con il quale la band porterà avanti una proficua collaborazione. L’album continua magistralmente con “Stripped”, “Here is the house”, “World full of nothing” e “Dressed in black”.




“Violator” – 1990


“Violator” è un capolavoro assoluto, segna una svolta importante nella storia della band perché con questo album diventano trasversali e piacciono agli amanti del dark e della new wave, ma anche agli appassionati di rock e di techno pop. Un album composito che non molla un colpo, traccia dopo traccia, e permette alla band di superare per la prima volta il milione di copie vendute negli Stati Uniti. Nove brani uno più coinvolgente dell’altro, partendo dal singolo che ha anticipato l’uscita dell’album “Personal Jesus“, una traccia blues esaltata dalla voce inconfondibile di Dave Gahan. Gli altri brani non sono da meno, “Sweetest Perfection”, la meravigliosa “Enjoy the Silence” con un video iconico girato di nuovo dal regista olandese Anton Corbijn, “Policy of the Truth”. Le chitarre tornano prepotenti nel suono della band e il successo li porta in giro per il mondo. Appena aperta la prevendita dei biglietti nel giro di 8 ore ne vennero venduti 42.000 per il Giants Stadium di East Rutherford, e 48.000 per il Dodger Stadium di Los Angeles. Finito il tour inizia un periodo difficile per la band, stanca dopo l’anno di live senza sosta. A questo si aggiunge la crisi personale di Dave Gahan che abbandona la famiglia e vola a Los Angels per vivere con la nuova moglie.




“Playing the Angel” – 2005


Playing the Angel” del 2005 è l’undicesimo album dei Depeche Mode e li riporta in cima alle classifiche di tutto il mondo con il brano “Precious”. L’album parla della lotta tra il bene e il male, tra angeli e demoni ed è segnato dalla vicenda personale di Martin Gore che in quel periodo si stava separando dalla moglie. Per la prima volta, piccola rivoluzione all’interno della band, Dave Gahan prende parte alla realizzazione dei testi dei brani e scrive “Suffer Well”, “I want it all” e “Nothing’s impossible”. Fino ad allora i brani erano appannaggio esclusivo di Martin Gore, ma l’esperienza da solista del frontman dei Depeche Mode gli ha dato la forza e il coraggio di mettersi in gioco anche all’interno della sua band. Il brano più ascoltato dell’album è sicuramente “Precious”, ma “Lilian”, “A pain that I’m used to”, “John the revelator” e “Waithing for the night” sono tracce altrettanto apprezzabili.

Sono 14 gli album dei Depeche Mode, i tre di cui abbiamo parlato sono solo alcuni dei migliori. La storia della band è talmente incredibile che è facile aspettarsi altre sorprese. Qualcosa bolliva in pentola e abbiamo sperato di rivederli presto sul palco, perché se la loro musica è ormai la colonna sonora di intere generazioni, le loro performance sono spettacolo ed energia puri. Arrivata la conferma, Dave Gahan ci rapirà ancora una volta con la sua voce e il suo concedersi al 100% al pubblico. Martin Gore ci racconterà ancora una volta nuovi mondi e tutto il resto non conterà, perché le parole non sono necessarie, quando a parlare è la musica.


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