“Let’s Dance” compie 40 anni e – a distanza di così tanto tempo – può esser considerato uno dei singoli di maggior successo del duca bianco. Registrato un anno prima (nel 1982) all’interno della Power Station di New York (dal 1977 sala di registrazione, ma un tempo era una centrale elettrica situata tra la nona e la decima strada nel quartiere Hell’s Kitchen di Manhattan), il brano porta il nome del 15° album in studio di Bowie, chiamato appunto “Let’s Dance“.
Memorabile l’assolo finale, del chitarrista Stevie Ray Vaughan, uno dei più grandi chitarristi dell’epoca, purtroppo tragicamente morto all’età di 46 anni a causa di un incidente in elicottero per cause del tutto simili a quelle che hanno portato alla morte Kobe Bryant e la figlia ‘Gigi‘.
David Bowie: il videoclip di “Let’s Dance”
“Let’s Dance” è stato il secondo brano di Bowie a raggiungere la vetta della classifica americana e ad oggi, è uno tra i 300 singoli britannici più venduti di tutti i tempi. Con questo brano Bowie si è affacciato anche ad un pubblico molto diverso rispetto a quello che lo seguiva da sempre: un pubblico certamente più giovane, ma questo brano più di ogni altro creò uno spartiacque tra i brani del passato e quelli successivi a “Let’s Dance“.
Il video – realizzato in Australia – ha adottato il brano ma in una versione più corta, e le due persone nel video erano realmente spontanee ed ignare di cosa stesse accadendo. Per David Bowie, questo video portava con sé un alcuni messaggi evidenti ed importanti: la lotta contro il razzismo, contro l’oppressione e – in ultimo – un forte messaggio in favore dell’integrazione tra culture distinte.
Immagine di copertina: LaPresse
