La crisi climatica, con il surriscaldamento globale, ha causato uno scioglimento veloce dei ghiacciai, compresa la calotta glaciale antartica. Ogni anno queste nostre riserve idriche vanno ritirandosi, mettendo a rischio la nostra sussistenza, oggi però un nuovo studio ridà speranza spiegando come non è ancora tutto perduto e lo scioglimento della calotta glaciale può ancora essere fermato.
È in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications che sono state indagate le dinamiche che portano allo scioglimento velocizzato di quella che è la nostra riserva idrica più importante: l’Antartide.
Lo scioglimento della calotta glaciale può ancora essere fermato: lo studio
Secondo lo studio, saranno necessari interventi decisivi per ridurre le emissioni globali così da impedite il definitivo collasso dei ghiacciai dell’Antartide occidentale.
La nuova ricerca, realizzata da scienziati e scienziate dell’Università di Cambridge, dell’Università di Edimburgo e di quella di Washington, ha analizzato le modifiche subite dalla calotta glaciale dal 2003 al 2015. Ciò che hanno rivelato è che la calotta non ha subito cambiamenti uniformi e questo è dipeso da mutamenti localizzati nella forza e nella direzione dei venti che avrebbero determinato un maggiore o minore afflusso di acqua calda.
“I meccanismi oceanici e atmosferici che agiscono sull’Antartide occidentale sono ancora estremamente importanti – spiega Eric Steign, dell’Università di Washington – questo significa che il collasso della calotta glaciale non è inevitabile. Dipenderà da come cambierà il clima nei prossimi decenni, una variabile che possiamo ancora influenzare positivamente riducendo le nostre emissioni di gas serra”.
Come suggerito da Eric Steign, dunque, il punto di non ritorno non è ancora arrivato e agendo sulle emissioni di gas serra possiamo ancora intervenire per salvare l’enorme riserva idrica glaciale e noi stessi.
Foto: Derek Oyen – Unsplash
