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Quanta neve artificiale c’è sulle nostre piste da sci? I numeri e i costi per l’economia e l’ambiente

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Pubblicato il 10/03/2023
Di Team Digital
Quanta neve artificiale c sulle nostre piste da sci I numeri e i costi per leconomia e lambiente


La crisi climatica ha portato a un innalzamento delle temperature e ad uno squilibrio nelle precipitazioni. Conseguenza? Sempre meno neve in alta quota. Quella neve che è una risorsa fondamentale per fornire di riserve acquee i nostri bacini e che allo stesso tempo è la base per portare avanti una delle economie forti dell’Italia: il turismo invernale.


Senza neve però di sciatori e snowboarder se ne vedranno sempre meno, salvo che si faccia uso delle alternative artificiali. Ed è quello che si fa da anni per poter restituire delle piste da sci immacolate, ma che ultimamente è diventata la base per poter avere almeno quella striscia bianca su cui poter sciare.


Ma quanta della neve che c’è sulle nostre piste è ancora naturale? Quanta invece è stata sparata attraverso i cannoni e quali conseguenze ha questa alternativa?


Neve artificiale: i costi per economia e ambiente


Secondo Legambiente – nel report “Nevediversa 2023. Il turismo invernale nell’era della crisi climatica” – è stato stimato che quest’anno sulle nostre piste da sci la neve artificiale è il 90% sul totale della neve che vediamo, praticamente la quasi totalità. In Italia il 2022 è stato l’anno più caldo e secco in oltre due secoli, oltre che il secondo più caldo in Europa e il 2023 non sembra essere iniziato con il piede giusto.


Il problema però non è soltanto per sciatori e sciatrici che non possono godere di una neve soffice e di un panorama invernale immacolato; la neve artificiale costa all’ambiente e all’economia.


Sempre secondo Legambiente – per poter sopperire al 90% di neve mancante – il consumo annuo di acqua per questa stagione potrebbe raggiungere 96.840.000 di m³: praticamente il consumo idrico annuo di circa una città da un milione di abitanti.


Segue il costo economico per cui l’innevamento artificiale è sempre più costoso: siamo passati dai 2 euro circa a metro cubo del 2021-2022, ai 3-7 euro al metro cubo nella stagione 2022-2023.


“Con un clima sempre più caldo, nei prossimi anni andremo incontro a usi plurimi dell’acqua sempre più problematici e conflittuali. Per questo è fondamentale che nella lotta alla crisi climatica l’Italia cambi rotta mettendo in campo politiche più ambiziose ed efficace, aggiornando e approvando entro la fine di marzo il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, e reindirizzando meglio i fondi del PNRR.” Dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.


Foto: LaPresse.


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