Siamo abituate e abituati a pensare che Pretty Woman non possa che esser associato all’idea del film romantico con un lieto film, tuttavia nella sua prima stesura non era affatto così.
Non c’era Julia Roberts e nemmeno Richard Gere e i due non si innamoravano. Lei non era una prostituta che trovava l’amore e lui non era il principe azzurro salvifico che conosciamo.
Un Pretty Woman senza lieto fine
La prima trama del film era l’opposto di quella che conosciamo: era un dramma sulla prostituzione, il furto e la droga.
Lo sceneggiatore iniziale J.F. Lawton aveva pensato a un film sulla decadenza degli Stati Uniti, negli anni ’80. Un periodo caratterizzato dall’abuso di droga e alcool, e nel film al posto di Roberts ci sarebbe dovuta essere Michelle Pfeiffer in un personaggio maggiormente controverso e, al posto di Gere un Al Pacino anch’esso decisamente diverso dal personaggio interpretato dal primo.
La svolta sulla trama
Se oggi Pretty Woman è ancora un film di successo nel genere romantico lo dobbiamo a Laura Ziskin, la produttrice che decise di stravolgere il finale.
Il film, inizialmente intitolato “3.000”, prevedeva che la sex worker Vivian rubasse dei soldi al ricco magnante Edward e fuggisse con un’amica a Disneyland. Ma ecco che l’intervento di Ziskin cambiò totalmente le carte in tavola, restituendoci una pellicola dove l’amore è talmente forte da essere redenzione per la giovane Vivian e gioia per il solitario Edward.
32 anni di successo della commedia romantica di Garry Marshall
Diretto nel 1990 dal regista Garry Marshall, uscito il 13 luglio di quell’anno, Pretty Woman a distanza di 32 anni esatti emoziona ancora tantissime persone grazie alla sua trama divertente e incredibilmente romantica.
