Roma, 6 giu. - La rivoluzione digitale sta cambiando il mercato del lavoro e le organizzazioni ad una velocità mai vista prima. Con un paradosso. Da una parte metà dei lavori sono a rischio di sostituzione con l'intelligenza artificiale, dall'altra 4 imprese su dieci non trovano le competenze che gli servono. E' quanto emerge dal report "Skills Revolution" di ManpowerGroup, presentato al World Economic Forum di Davos e oggetto di un dibattito organizzato con la LUISS Business School.
Il nodo della trasformazione sono le nuove competenze, visto che, di qui a 12 anni, il 65% della generazione Z farà lavori che ancora non esistono.
Una vera e propria rivoluzione, come sottolinea il presidente di ManpowerGroup Europa Stefano Scabbio: "Noi crediamo che siamo di fronte ad una skill revolution. Quindi il tema di adeguare velocemente gli stil delle persone è la sfida di tutte le organizzazioni in questo momento. Organizzazioni che con la velocità con la quale stanno cambiando le competenze proprio per l'impatto della tecnologia fanno fatica a trovare i talenti e le competenze di cui hanno bisogno".
Un quadro ben evidenziato dal report, dal quale, rileva l'a.d. Di Manpower Italia Riccardo Barberis: "Emerge una grande necessità e bisogno di questi profili che sono legati all'innovazione. Quindi programmatori di app, esperti di e-commerce, e anche sul tema dei diplomati e diplomandi il ruolo della formazione per quanto riguarda la loro capacità di rispondere a particolari settori che sono dentro a questo ciclo molto positivo ancora: utilities, energia, chimico farmaceutico e il settore dell aviazione".
La conferma arriva proprio dall'a.d. di una grande utility come Acea, Stefano Donnarumma: "L'automazione che si associa inevitabilmente al tema della digitalizzazione spinge le competenze in aziende come la nostra verso skills che abbiano a che fare con i sistemi informativi ma anche con applicazioni di elettronica, di automazione".
Con un consiglio per i chi si affaccia oggi su un mondo del lavoro in piena rivoluzione: "Ma innanzitutto i giovani oggi hanno veramente bisogno di avere un sogno. Bisogna interessarli su quello, fargli capire che se studiano le giuste materie se si applicano, se guardano al futuro possono essere effettivamente attori protagonisti del futuro e del cambiamento del futuro".
Ma anche la formazione deve restare al passo dalla trasformazione digitale. Come spiega il Direttore della Luiss Business School Paolo Boccardelli: "Per fare formazione su questo tipo di skill non possiamo fare corsi di formazione di tipo tradizionale ma occorre adottare dei progetti innovativi che fanno leva sulle simulazioni su approccio di tipo esperienza, problem based, come lo chiamiamo noi, non più disciplinare ma interdisciplinare".
"Quindi - prosegue - formazione continua nel senso proprio del termine ovvero ogni giorno dobbiamo apprendere da quello che succede nel mondo e da quello che una business school come la nostra può offrire in termini di competenze e skill".
Ma in sostanza sarà una rivoluzione con più o meno persone al lavoro. Il presidente di Manpower risponde così: "Io credo che più che perdita di posti che magari nel breve periodo può anche avvenire se noi guardiamo un po' i cicli storici abbiamo visto che ogni 10 anni nei cambiamenti c è un incremento di opportunità lavorative dovuti proprio ad impatti di nuova tecnologia. Il saldo credo che nel medio lungo periodo, credo dieci anni, sia positivo".
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