Trento - La tecnologia, l'automazione e le innovazioni digitali mettono a rischio il lavoro umano? E quali costi impongono al tessuto sociale e allo stesso sistema economico? Sulla scorta di queste domande, studiosi, economisti e rappresentati delle istituzioni e delle diverse componenti produttive di tutto il mondo si confrontano nel corso del tredicesimo Festival dell'Economia organizzato a Trento dalla Provincia Autonoma e dedicato a "Lavoro e Tecnologia".
"Penso che se ci guardiamo indietro le rivoluzioni tecnologiche hanno sempre prodotto migliore qualità della vita, più benessere, più sviluppo: insomma non ci hanno mai portato indietro dice Ugo Rossi, presidente della Provincia Autonoma di Trento Certo la preoccupazione che la tecnologia sottragga posti di lavoro è reale e dobbiamo saperla affrontare. Però se mettiamo al centro l'uomo e ogni organizzazione, da quella imprenditoriale a quella sociale e politica, e si tiene presente che deve essere l'uomo a dominare questo tipo di processo, sono sicuro che la risposta sarà positiva e non negativa".
La centralità dell'uomo protagonista, e non succube dei processi di innovazione, è stata indicata più volte, nel corso della tavola rotonda che ha aperto la tre giorni di Festival, come fattore in grado di massimizzare i benefici della rivoluzione digitale. Una rivoluzione che però richiede tempo per mostrare i suoi effetti positivi, mentre nel frattempo mette a rischio occupazione e diritti dei lavoratori.
"Qui interviene il ruolo della politica nuovi - dice Innocenzo Cipolletta, presidente del Fondo Italiano d'investimento SGR e dell Università di Trento - la politica deve intervenire da un lato per formare le persone, istruirle in maniera tale che siano capaci di passare da un lavoro superato a uno nuovo. E dall'altro deve sovvenzionare chi si trovasse a perdere il lavoro non per propria colpa, ma per un processo di tecnologia avanzata e non riesce a trovare un lavoro per un periodo di tempo. Sono due interventi che la politica può fare, in tutti i Paesi si fanno, ed è importante che vengano fatti per tempo. Pérché se la gente sa che c'è una rete di protezione accetta il progresso tecnico; se la gente ha paura che non ci sia la rete di protezione rischia di rivoltarsi contro il processo tecnico il che significa non avremmo né processo tecnico né occupazione".
La Provincia Autonoma di Trento può vantare su questi fronti una serie di buone pratiche e scelte di lungo periodo che le hanno permesso di gestire positivamente, anche nel passato recente, le fasi più delicate dei passaggi imposti dall'innovazione.
"Noi abbiamo cercato sul nostro territorio di investire tanto in innovazione, nello sviluppo tecnologico, sulla banda larga e sulle imprese che investono in tecnologia - aggiunge Rossi - Ovviamente a tutto questo si è affiancato un investimento altrettanto importante sulle persone, sul capitale umano, sui lavoratori che sono quelli che devono garantire la competitività, che non passa solo dal dall'ammodernamento tecnologico. Questo fa si che la paura che la tecnologia faccia perdere posti di lavoro si riduca; e questo Festival ci da l'occasione per riflettere appunto su questo. Confrontando quello che facciamo sul nostro territorio con quello che succede nel resto del mondo facendolo con rigore scientifico, con voglia di entrare nel merito, ma anche con una formula diretta e popolare che è quella tipica del festival dell'economia di Trento".
Il tredicesimo Festival dell'Economia di Trento si svolge dal 31 maggio al 3 giugno sviluppandosi per oltre 100 eventi con esperti provenienti da ogni parte del mondo.
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