Le aurore polari sono un fenomeno affascinante che attira nel nord del nostro Pianeta milioni di visitatori e visitatrici ogni anno. Vedere un’aurora polare è una di quelle esperienze che va fatta almeno una volta nella vita, nonostante il freddo intenso che bisogna affrontare per vederle, chi ne ha vista una racconta soltanto la bellezza di quel momento, dimenticando tutto il resto.
Solitamente le aurore polari sono di colore verde, a volte rosse e persino blu, tuttavia ne esiste anche una ancor più rara da vedere, ovvero l’aurora polare rosa. Alcuni fortunati esploratori però ne hanno potuto godere lo spettacolo proprio pochi giorni fa nei cieli della Norvegia.
La spettacolare aurora rosa nei cieli norvegesi
“Oggi l’aurora polare non sembra nemmeno un’aurora polare haha. È la più rosea che abbia mai visto. È apparsa molto presto in serata e siamo stati davvero fortunati a poterla ammirare. La cosa incredibile è che ad occhio nudo il viola creato dall’azoto sembra quasi verde, ma non lo è vedendolo attraverso la fotocamera.” Così scrive uno dei fortunati spettatori accompagnando le foto pubblicate su Facebook. Infine conclude simpaticamente: “Se questo post non fa il record di like e commenti non saprei quale altro potrebbe farlo, haha”.
Come si formano le aurore polari rosa
Innanzitutto, bisogna spiegare come si forma una classica aurora polare: sono bande luminose causate dall’interazione di particelle cariche (protoni ed elettroni) di origine solare (vento solare) con la ionosfera terrestre (atmosfera tra i 100–500 km). Questo incontro di particelle genera le aurore che tipicamente sono verdi, rosse o blu.
Le aurore rosa invece sono emerse dopo la comparsa di una piccola crepa nella magnetosfera terrestre, il campo magnetico invisibile che circonda la Terra. Gli scienziati hanno rilevato che questa colorazione viola sia dovuta a una particolare tempesta solare di classe G-1 che si è scontrata con la nostra atmosfera.
Uno spettacolo straordinario che grazie a questi esploratori possiamo vedere anche noi dalla comodità dei nostri smartphone.
Foto: Alex Kulikov on Unsplash