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Perché dormiamo male durante la pandemia

Questo periodo di quarantena forzato sta avendo tanti risvolti sulla nostra vita, non ultimo quello sul sonno. Un gruppo di studiosi, come il neurologo Hernando Pérez, specialista presso il Centre for Advanced Neurology, ha chiarito quanto stiano cambiando le nostre abitudini in termini di sonno-veglia e quanto questo ci stia provocando dei disturbi del sonno non proprio trascurabili.


Il sonno si regola autonomamente con il ciclo della luce e del buio, insieme all’attività giornaliera che facciamo. Se cominciamo a svegliarci un pochino più tardi, perdendo le prime ore di luce del mattino, necessarie affinché il nostro cervello si possa regolare sapendo che dopo circa 12-14 ore arriverà la fase del riposo, e magari passiamo la maggior parte del nostro tempo seduti a lavorare in smart working e poi sul divano a vedere serie tv, ecco che la normale regolazione viene a mancare. Muoversi di meno comunica al nostro corpo un bisogno inferiore di riposo. Questi fattori stanno aumentando gli episodi di insonnia in pazienti in passato giù trattati per questo problema.


La stessa osservazione arriva dalla dottoressa Celia Garcàa-Malo, neurologa del sonno presso l’Instituto del Sueo in Spagna. La dottoressa afferma anche che esiste un aumento sostanziale di incubi o sogni particolarmente realistici che provocano ansia e stress e incidono sul sonno e sulla qualità del sonno. Chi soffre di incubi durante il giorno tende a perdere la voglia di fare cose e restare attivi, dissipando persino il gusto di fare attività che prima si amavano. Comincia a mancare l’energia e si diventa più irritabili.

Altri disturbi collegati a questo periodo sono l’ipersonnia, ossia una sonnolenza prepotente durante il giorno, oppure il risveglio precoce che ci sveglia prima della sveglia e ci impedisce di riaddormentarci.


Alcuni consigli utili in questo periodo potrebbero aiutarci a tenere sotto controllo la situazione. Per esempio è buona norma non guardare troppa tv, alla ricerca di notizie e continui aggiornamenti sulla situazione del virus. Queste informazioni potrebbero influenzarci negativamente aumentando ansia e preoccupazione. I pensieri negativi come la paura di essere licenziati o finire in cassa integrazione, oppure il pensiero che la quarantena duri un anno, non aiutano a mantenere un giudizio realistico su quello che stiamo vivendo.


Non è la ricerca spasmodica di un pensiero positivo, ma si tratta di provare a rimanere realistici per contenere la paura anticipata che tanto danneggia il sonno. Riepilogando, i consigli della Società Spagnola di Neurologia “per il buon sonno notturno e un adeguato controllo dei disturbi del sonno durante la pandemia coronavirus”, sono:

– cercare di mantenere la routine che avevamo prima del lockdown;

– esporsi al sole del mattimo e all’aria fresca;

– confinare i pensieri negativi fuori dal nostro letto;

– cercare di fare attività rilassanti prima di andare a dormire come leggere e meditare;

– non usare tablet, pc e cellulari a letto e a ridosso delle ore del sonno.