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Parole come pietre. Così una figlia chiede al padre di essere d’esempio contro la violenza sulle donne


“Caro papà”

Inizia così il video di Care, associazione norvegese per i diritti delle donne. Un video virale che sottolinea come la violenza sulle donne nasca dalle parole. E le parole sono pietre. Il video dura all’incira cinque minuti, un dialogo diretto di una figlia con suo padre, con lei che gli chiede di essere da esempio per i suoi stessi fratelli. Perché? Perché, dice lei al padre “Ti chiedo un favore: non permettere ai miei fratelli di chiamare puttane le ragazze, perché non lo sono”. E continua «A 14 anni i miei compagni di classe mi chiameranno puttana, stronza e in molti altri modi. Solo per ridere, certo. Sono cose che i ragazzi fanno. Non ti preoccuperai e io lo capirò. Forse anche tu da ragazzo lo facevi, per fare colpo sugli altri. Così, a 16 anni qualcuno cercherà di infilarmi la mano nelle mutande, magari mentre sarò così ubriaca da non reggermi in piedi. E se dirò “no”, si limiteranno a ridere. Ma se tu mi vedessi, papà, ti sentiresti imbarazzato e offeso».


Insomma, sì: come detto le parole sono pietre e dietro ad un puro atto goliardico può nasce dell’altro. Da una battuta all’insulto, e poi?. In fondo per Platone “Le parole false – e sbagliate, aggiungiamo noi – non sono solo male in se stesse, ma infettano l’anima con il male”.