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L’utensile più antico

In una regione del Kenya casualmente è stato scoperto un utensile che fa risalire l’utilizzo del primo strumento costruito intelligentemente a 3,3 milioni di anni fa.


E’, quindi, più vecchio di 700.000 anni di quello di cui si aveva conoscenza fino ad oggi.


Se venisse confermata questa scoperta si avrà la certezza che gli Australopitechi, a cui appartiene anche la nota Lucy, sapevano utilizzare attrezzi di pietra, seppur rudimentali.


La scoperta è di Sonia Harmand, della Stony Brook University di New York, che ha studiato reperti che arrivano dal sito noto come Lomekwi 3 che si trova a ovest del lago Turcana, in Kenya.


Il sito è a circa 1.000 km da Olduvai Gorge (Tanzania) dove erano stati ritrovati strumenti vecchi di 2,6 milioni di anni e finora ritenuti i più antichi.


Nel 2010 alcuni ricercatori, che lavoravano a Dikika (Etiopia), avevano trovato fossili di animali che sembravano essere stati raschiati da oggetti di pietra.


I resti fossili erano stati datati a 3,4 milioni di anni, ma l’ipotesi dell’uso di attrezzi fu accantonata perché non furono trovati oggetti.


Sonia Harmand che stava studiando un’area particolare del Kenya, nel 2011 sbagliò strada e finì in una zona ricca di oggetti costruiti da mani intelligenti.


La paleontologa iniziò uno scavo e scoprì diverse scaglie di pietra di natura artificiale, risalì perfino ai blocchi di pietra da cui erano state ricavate.


A oggi sono stati scoperti oltre 20 oggetti staccati dalla roccia madre e che si possono definire in tutto e per tutto utensili di pietra.


Una volta datati, ecco la sorpresa: la loro età risale a 3,3 milioni di anni.


Troppo vecchi per qualsiasi specie di Homo habilis. Quindi risulta assai probabile che chi lavorò quelle rocce fu un Australopiteco simile a Lucy o a un Kenyanthropus platyops, ominide vissuto in quelle regioni e che molti paleontologi considerano una varietà di Afarensis.