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L’allarme lanciato dalla psichiatria: “Troppi sfidano il virus, c’è un disturbo dietro”

Per migliaia di italiani il virus non esiste o, per lo meno, non è così pericoloso come vogliono farci sapere. Per questo motivo migliaia di italiani assumono comportamenti ‘rischiosi’ per la salute, violando le regole anti Covid-19. Non indossano dunque le mascherine, non rispettano la distanza sociale piuttosto si riuniscono in assembramenti, partecipando a feste, organizzando party in casa e alimentando i contatti sociali. L’allarme lanciato dalla psichiatria è chiaro, si tratta di un “disturbo cosiddetto da ansia depressiva reattiva: una ‘risposta’ alla paura che porta un’inversione del tono dell’umore, che si alza troppo, fino a negare la realtà“.



Ad affermare l’esistenza di un problema psicologico causato dalla pandemia e trascinato fino alla fase 3, è stata la psichiatra e psicoanalista Adelia Lucattini che all’Adnkronos Salute ha così spiegato.



Le prime riaperture della fase 2 hanno causato una serie di disturbi da ansia pura, quella rimasta ‘congelata’ durante la chiusura ed esplosa alla ripresa con attacchi di panico, agorafobia o claustrofobia, per fortuna regrediti in breve con il ritorno all’aria aperta e alle abitudini quotidiane“. C’è un duplice disagio, dunque, che ha colpito migliaia di persone: “C’è chi è totalmente inibito dalla paura del contagio, quindi prende precauzioni eccessive, dalla mascherina fissa all’evitare contatti con le persone – aggiunge la psichiatra – e chi al contrario ‘sfida il virus’, negando la realtà e soprattutto sottovalutando i rischi per se stesso per gli altri“.



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