Il linguaggio dei gatti: esiste ed è stato decifrato.
Le fusa: “Quando il gatto è contento, affamato, stressato, prova dolore, sta partorendo o morendo”
Grugnito: “Usato durante l’approccio amichevole o durante il gioco”
Gemito: “Quando il gatto affronta situazioni pericolose o di sofferenza”
Suono simile alle grida di un bambino: “Spesso emesso durante la stagione dell’accoppiamento”
Questi i risultati a cui sono giunti un gruppo di linguisti e zoologi svedesi della Lund University.
Un grande progetto chiamato “Meowsic” (nome che deriva dall’unione di “meow” e “music”) il cui scopo è quello di studiare la comunicazione tra gatti domestici ed esseri umani.
Il linguaggio dei gatti
Lo studio dimostra che il linguaggio dei gatti esiste e può essere correttamente interpretato.
Il loro suono tipico, il miagolio, emesso dai gatti sin dalla nascita è essenziale per comunicare con la loro mamma. Il verso poi scompare tra i gatti selvatici, mentre rimane per quegli amici domestici che vogliono comunicare con i propri padroni.
Soprattutto per attirare la loro attenzione e qualcosina in più: “Me ne sono accorta con i miei gatti: emettono suoni diversi quando sono tristi rispetto a quando sono allegri. Sembra che i gatti – spiega la linguista a capo della ricerca, la dottoressa Susanne Schötz – riescano a cambiare l’intonazione o la melodia della loro voce in maniera cosciente, forse per mandare un determinato messaggio oppure per comunicare una specifica emozione“.
In realtà non comunicano solo attraverso i suoni o il miagolio, ma anche con i movimenti. Le orecchie basse tirate all’indietro indicano paura e prontezza all’attacco, così come la coda alta e dritta indica segno di amicizia. Se poi mostrano la pancia allora sono proprio innamorati di noi.