Siamo stressati, perché negarlo? E come se il lavoro, la casa e le vicende personali non bastassero, ecco che veniamo inseguiti da notifiche, status, immagini, tag e app da aggiornare. Non se ne esce.
Ad aver pensato ad un rimedio NO-STRESS è stato Lino Alberini, che ha appeso ai muri dei propri bar di Reggio Emilia e Parma, gomitoli di lana e ferri da maglia.
Perché? Perché tra un buon caffè o un sacrosanto bicchiere di vino, v’è la possibilità di socializzare e non pensare ad un mondo che ci insegue e che ci induce ad andare sempre più di corsa: e perché non socializzare e rilassarsi – ad esempio – lavorando sciarpe, golfini o o altro ancora?
E’ l’attività della nonna, certo. Ma è anche la rivincità dell’identità reale su quella digitale. Un incontro intergenerazionale fra persone di età differente ma che hanno in comune una passione e dei ricordi da condividere. Insomma, al tempo di Internet e dei social network, la condivisione – quella vera – appare sempre vecchio stile. Si concretizza con l’arte di saper fare qualcosa, di investire del tempo in un’arte “utile” e tramandata.
E poi c’è il legame fra un locale e il mondo dell’associazionismo, come quello che lega “Mister Lino” e “Cuore di maglia“: una collaborazione che porta avanti un progetto sociale (e non social) negli ospedali, perché porta in dote golfini e scarpine ai bambini in terapia intensiva di ben 51 ospedali italiani.
FONTE QUI