Guardate la vostra mano prima di cucinare, e visto che ci siete guardate anche quella delle persone che mangeranno insieme a voi. No, avete capito male, non dovrete leggere la mano di nessuno! Ma prestate attenzione alla loro grandezza.
Parliamo di proporzioni, ovvero delle giuste proporzioni dei piatti quando mangiamo. Di quando è troppo e di quando è troppo poco.
Dice Sian Porter – dietista e portavoce della British Dietetic Association – “La maggior parte delle persone non sa quale dev’essere la quantità giusta da assimilare”. Così ecco che da un rapporto del 2013 della British Heart Foundation emerge che le ‘quantità di cibo’ per ogni singolo piatto – negli ultimi vent’anni – è aumentata anche del 50% (è questo il caso delle lasagne). Tutto questo perché – dice la ricerca – sovrastimiamo le porzioni sottostimando l’apporto calorico.
Già, però attenzione: non è sempre colpa nostra. Infatti un altro punto non trascurabile è: come sono cambiati i nostri piatti più amati in tutti questi ultimi anni? A parità di quantità, i cibi di oggi sono più o meno grassi rispetto a quanto lo fossero in passato?
Un buon rimedio, secondo Sian Porter, è quello di usare le mani come metro di misurazione (e di farlo letteralmente) in questo metodo che definisce “proporzionale”. Vale per gli adulti, ma vale anche per i bambini: tutto si può mangiare, ma in proporzione alla dimensione delle nostre mani che è la vera cartina di tornasole della nostra fisicità.
Per quali alimenti vale questo ragionamento? Per tutto: dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura fino alla pasta e molto altro.