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A rischio la mobilità tra le Regioni se si continua così. Dito puntato contro la movida

Se continuiamo così ci sarà da aspettare per la mobilità tra le regioni. Era abbastanza prevedibile che il primo weekend di apertura, coinciso con un tempo meraviglioso, invogliasse giovani, e non solo, ad affollare bar, ristoranti e locali. Purtroppo, però, non bisogna dimenticare che siamo ancora dentro all’emergenza coronavirus. Non ne siamo usciti.


Per questo motivo il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, in un’intervista rilasciata alla Stampa, chiarisce che “A fine settimana il Consiglio dei ministri farà le sue valutazioni in base al numero dei contagi. E per lo ‘sblocco’ della mobilità tra Regioni, faremo le nostre valutazioni: non è detto, ma potrebbe diventare inevitabile prendere tutto il tempo che serve”.


“Non siamo sorpresi per quel è accaduto in questo fine settimana – continua Boccia – Ma se è comprensibile e umano, dopo due mesi, uscire di casa, non dobbiamo dimenticare che siamo ancora dentro il Covid 19 e dunque chi alimenta una movida sta tradendo i sacrifici fatti da di milioni di italiani”. “La maggioranza dei cittadini – puntualizza Boccia – rispetta le regole ed è indignata per i comportamenti di poche persone. Sinora abbiamo usato il metodo del bastone e della carota: sembra aver funzionato. E gli assistenti civici saranno migliaia di persone in strada per ricordare a tutti le regole della nostra convivenza”.


Il Governo ha fatto sapere, infatti, che recluterà 60mila assistenti civici, su base volontaria, che lavoreranno nei parchi e nelle piazze, in giro per la città, per ricordare, a chi lo dimentica, quali sono le regole del distanziamento sociale. Il progetto era in lavorazione da un mese, ma è stato annunciato domenica proprio a causa delle difficoltà che i sindaci hanno riscontrato nel far rispettare le regole del distanziamento.

Nessuno di loro avrà poteri di polizia, non potranno fare le multe e dovranno lavorare con gentilezza.


C’è chi non è propenso a prolungare la chiusura dei confini tra le Regioni. Il pensiero va ovviamente al turismo. Per alcune regioni che vivono di turismo, non aprire i confini potrebbe rappresentare un ulteriore colpo duro all’economia.


Foto: Wikimedia