Sono passati 29 anni dalla prima volta in onda de “I ragazzi della III C”. E in vista del trentesimo anno, Fabrizio Bracconeri (il mitico Bruno Sacchi della serie) ci ha raccontato cosa potrebbe succedere…
Lo scorso 13 gennaio sono passati 29 anni dalla prima puntata de “I ragazzi della III C”…
Esatto, ragazzi sono passati ventinove anni tondi tondi…
In quegli anni siete stati un vero e proprio fenomeno televisivo… Ad oggi, un cult.
A tal punto che siamo stati gli unici a far spostare Dallas, il telefilm americano che in Italia era praticamente impossibile non guardare… Quando siamo usciti noi, sono stati costretti a spostare la programmazione.
Che ne è dei protagonisti della III C? Siete rimasti in contatto fra voi?
Bene o male sì, siamo rimasti quasi tutti in contatto. Io e Chicco (Fabio Ferrari) ci sentiamo molto spesso: siamo rimasti molto amici. Con gli altri ogni tanto ci si vede, ci si sente. Il legame è rimasto. Altri invece non ci sono più: come Zampetti, ma anche gli stessi genitori di Bruno…
Oggi si ricordano tutti di voi: Bruno, Chicco, Sharon…
In quegli anni facevamo 16milioni di telespettatori. Sicuramente un record difficile da ripetere, ma per come vanno gli ascolti oggi – e soprattutto per come va la televisione – penso che oggi ce la potremmo giocare con chiunque.
Nostalgia di quegli anni?
La nostalgia? C’è. C’è perché è stata una cosa pazzesca. In quegli anni ci siamo divertiti: eravamo sempre lì a girare gli episodi. Per noi è stata coma una seconda casa, come una famiglia. Stavamo sempre insieme, vivevamo quasi più fra noi che con le nostre rispettive famiglie. Eravamo tutti giovani, poco più che ventenni…
E il prossimo anno saranno 30 anni… Una ricorrenza importante.
Per i trent’anni io e ‘Chicco’ – assieme a due autori, Luca Bonardi e Alessandro Corradi – abbiamo pensato ad una nuova serie della III C.
Pensata e basta?
No, no. Noi abbiamo già scritto dodici puntate e ne abbiamo sceneggiate quattro. Stiamo andando avanti. Io e ‘Chicco’ crediamo molto nel progetto…
Di cosa si tratterebbe?
Parliamo di una serie completamente rivista e declinata ai nostri tempi. Tempi in cui non puoi non parlare di lavoro, della situazione dell’Italia… Di mezzo c’è la gestione di un albergo sul mare a Trapani, che – frutto di una donazione – tutto il gruppo si ritroverebbe a gestire… Ognuno di noi avrebbe avuto una mansione, un ruolo. Una serie con delle guest star, con toni regionali che si mischiano e si incontrano.
Per tutto questo mancherebbe un anno. Mica facile…
Questa è stata la proposta per il trentennale. Occorrono tre mesi per girare queste puntate: uscire il 13 gennaio con la prima puntata ad oggi è possibile.
Qualcosa di diverso da un remake…
Soprattutto perché parliamo di una serie tv e non di un film. I remake dei film rischiano di trasformarsi puntualmente in un bagno di sangue, ma per le serie tv è un’altra cosa. Potremmo tornare a vedere i personaggi di trent’anni fa… e questo ci porterebbe anche a ripensare a come siamo stati tutti, noi tutti, tanti anni fa.
Socialmente utile?
E perché no?