Roma – L’Ungheria è diventata sempre più attraente per le produzioni cinematografiche internazionali. Ogni anno nel Paese vengono girati oltre 250 film e negli ultimi tempi Budapest si è trasformata in un enorme set a cielo aperto, il più grande dell’Europa centrale, rubando la scena alla Repubblica Ceca, un tempo meta prediletta di tanti registi.
Il motivo di tanto successo? Principalmente economico. I paesi dell’Europa dell’Est, Ungheria per prima, hanno sistemi nazionali di incentivi e sgravi fiscali vantaggiosi, location versatili e personale tecnico esperto e in grado di lavorare anche con le maestranze di Hollywood.
“Sono davvero orgoglioso della mia città e delle persone che lavorano con me – dice un regista ungherese – abbiamo gli standard migliori e possiamo accontentare tutti, dalle produzioni di Hollywood a quelle della Scandinavia”.
Manodopera economica ma qualificata, e incentivi che possono arrivare al 30% hanno favorito l’arrivo degli stranieri. E il cinema è diventato una parte fondamentale dell’economia del Paese. Nel 2014 dalle produzioni internazionali sono arrivati circa 180 milioni di euro.
Agnes Havas, direttrice del Fondo nazionale ungherese per il cinema.
“E’ un settore davvero importante per la nostra economia, contribuisce allo 0,15% del Pil, il valore più alto d’Europa”.
Oltre alle location naturali, i Korda Studios, aperti nel 2007, sono tra gli studi più grandi d’Europa. Qui sono stati girati film famosi e superproduzioni hollywoodiane come “Hell Boy”, “Inferno” e “The Martian” di Ridley Scott.
Ne beneficia anche il cinema di casa. I film ungheresi si stanno affermando nel panorama internazionale. Quest’anno “Il figlio di Saul” di Laszlo Nemes ha vinto l’Oscar come miglior film straniero e il Gran Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes.