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Un trust per il Dopo di noi: progetto UBI banca con Anffas e CGM

Milano – Prende il via il primo trust di un istituto di credito italiano lanciato in attuazione della legge sul “Dopo di Noi”: si tratta di “Trust in Life” ,progetto di UBI Banca e che vede coinvolti in partnership Anffas (l’associazione delle famiglie con persone disabili) e il network di cooperative sociali CGM.


“UBI Banca ha deciso nel solco di una tradizione che è proprio specifica di UBI di impegnarsi con un nuovo progetto dedicato alle persone con diverse abilità. Si tratta persone con disabilità gravi; sono 127 mila in Italia – dice letizia Moratti, presidente del Consiglio di Gestione di UBI Banca – Attraverso il progetto “Trust in Life” con UBI Trustee vengono messe a disposizione risorse e competenze per quegli attori del Terzo settore che poi offrono servizi affinché queste persone possano avere una vita dignitosa durante la vita in famiglia, o dopo la perdita dei propri familiari”.


Due i pilastri dell’iniziativa: da un lato il ‘Progetto di Vita’, ovvero il programma a sostegno delle persone con disabilità realizzato da Anffas e CGM al termine di un percorso di co-progettazione tra i beneficiari, le famiglie e gli operatori del Terzo Settore; dall’altra il trust multibeneficiario predisposto da UBI Trustee per gestire le risorse economico-finanziarie e rendere concreti e garantiti nel tempo i progetti avviati.


“Obiettivo finale del trust non è solo quello di tutelare i patrimoni nell’interesse delle persone con disabilità – spiega Guido Cisternino responsabile Terso settore e Economia civile in UBI Banca – ma anche e soprattutto quello di garantire che le risorse che sono assegnate al trust vengano utilizzate coerentemente con il ‘piano di vita’ che è stato strutturato congiuntamente con le famiglie e gli operatori del settore e i beneficiari finali”.


“Trust in Life”, diventa ora nei fatti punto un punto di riferimento nell’ambito delle strategie di welfare di comunità. “Credo che sia possibile un welfare trasferito dallo Stato alla comunità dove per i più bisognosi in assoluto lo Stato deve intervenire – commenta Stefano Granata presidente gruppo cooperativo CGM – Per il resto della comunità invece si devono aggregare risorse, energie, idee, capitali, e capitali umani per trovare risposte sempre più vicine ai bisogni delle persone sempre più allineate e adeguate. Perché i bisogni di questi tempi cambiano in con tempi velocissimi e bisogna avere delle risposte altrettanto adeguate”.


Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas, sottolinea infine come si debba ora coinvolgere quante più famiglie possibile nella conoscenza delle opportunità di sostegno che la legge 112 offre a quanti si chiedono cosa accadrà ai propri cari dopo la morte di chi li assiste. “All’interno della legge ci sono degli strumenti di protezione del patrimonio quali il trust. E allora bisogna dare alle famiglie le giuste informazioni, orientarle, sostenerle, accompagnarle nel ‘progetto di vita’. Chi meglio di Anffas insieme a CGM e UBI possono e potrebbero riuscire a realizzare questo obiettivo. Da qui nasce questa iniziativa che questa iniziativa che ha appunto questa finalità: consentire a tutte le famiglie con persone con disabilità in Italia di poter cogliere appieno questa opportunità e non dover più rispondere in modo angoscioso a questa fatidica domanda”