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Tyson VS Holyfield e quel match che ha segnato la storia del pugilato

Holyfield-Tyson II: The Sound and the Fury


L’incontro di pugilato più famoso del secolo, che ha sancito la rivalità per nulla nascosta tra i due pesi massimi campioni del mondo, è stato disputato il 28 giugno 1997 presso la MGM Grand Arena di Las Vegas. Un incontro che chiedeva a gran voce la rivincita di quello precedente disputato il 9 novembre 1996. Mike Tyson contro Evander Holyfield. Il re del ring, “Iron Mike”, il più giovane campione del mondo dei pesi massimi ma allo stesso tempo anche  il campione degli eccessi che lo portò – tra uso e abuso di droghe ed alcol – a diventare il re della violenza e della bancarotta. Si scontra in un match che ha letteralmente segnato la storia del pugilato, con Evander Holyfield vincitore della medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici 1984, cinque volte campione mondiale dei massimi. La vittoria del famoso match è assegnata al campione in carica Holyfield, dopo che Tyson al 3° round fu squalificato in seguito ai ripetuti tentativi di strappare a morsi l’orecchio dell’avversario. L’immagine purtroppo è fissa e indelebile nello scenario storico del pugilato, confinando lo sport nell’angolo più scuro in cui potesse finire.

Il match è noto anche come Holyfield-Tyson II: The Sound and the Fury, per ragioni soprattutto di tipo promozionale.


Storia di una rivincita


La sfida precedente era stata disputata solo pochi mesi prima ed aveva consacrato Holyfield vincitore all’undicesima ripresa. Tyson era già stato mandato ko con un montante destro. La rivincita era indispensabile per i due agguerriti campioni del ring. Un incontro partito confusamente ma in cui si vedeva già un Holyfield più in forma e potente di Tyson. I problemi – veri e propri – cominciarono a prendere forma concreta da subito, durante il secondo round. Un contatto corpo a corpo un pò troppo ravvicinato fa scontrare i pugili con le teste, provocando in Tyson una profonda ferita al sopracciglio destro.

Il pugile si rivolse subito all’arbitro Mills Lane, accusando che il colpo infierito fosse tutt’altro che accidentale. Ma l’arbitro scelse di far proseguire senza alcuna ammonizione. Questa sarebbe stata la causa che fece scattare in Tyson la molla.

Il pugile si presenta a combattere il terzo round senza indossare il paradenti. A trenta secondi dalla fine la molla in lui scattò definitivamente: mentre i due pugili erano a stretto contatto Tyson abbracciò l’avversario e improvvisamente gli diede un feroce morso all’orecchio destro, costringendo Holyfield a fermarsi in un lungo grido di dolore. Un gesto estremo, un’irregolarità mai vista prima che però non è stata ben soppesata dall’arbitro che decise di farli continuare innestando così la miccia che avrebbe fatto esplodere la bomba. Il match riprese ripetendo la medesima scena di poco prima: un Tyson esasperato, che si avventa nuovamente sull’orecchio dell’avversario, questa volta staccandoglielo. A quel punto, l’arbitro Lane sospese il combattimento, squalificando il pugile “cannibale”.

Ma dovette intervenire la polizia affinché non ci fossero ulteriori tragedie a sancire la fine – già tragica – di questa gara.


Le confessioni choc di Iron Mike


Tutti hanno potuto vedere la mia rabbia cieca, ero furioso, ero come un soldato indisciplinato fuori controllo. C’era gente che tentava di tenermi mentre Holyfield era rannicchiato a terra nel suo angolo, ho provato più volte a raggiungerlo. Avevo addosso 50 persone, ho cercato di liberarmi dagli agenti che mi bloccavano“. Il pubblico ebbe infatti un’altrettanto violenta reazione a questo suo gesto. “Qualcuno gettò persino una testa di pesce. E la cosa è proseguita con una aggressione agli uomini della sorveglianza. Alla fine, ho fumato dell’erba e bevuto del liquore prima di andare a dormire. Fuori dall’Mgm c’era una gigantesca rissa“. Così racconta Iron Mike in un passaggio della sua autobiografia pubblicata dal Sydney’s Daily Telegraph, confessando inoltre che le sue intenzioni erano ben peggiori.

Lo volevo uccidere. Chiunque fosse presente a bordo ring ha potuto vedere la mia rabbia cieca, ero furioso, ero come un soldato indisciplinato fuori controllo“, ricordando il momento in cui Holyfield lo aveva ferito con una testata.

Ma le cose nel tempo si sono mitigate provocando in Mike Tyson una profonda riflessione, che lo ha portato a confessare: “Alle volte sono un cattivo ragazzo. Ho fatto tantissime cose cattive durante la mia vita. Voglio che vengano dimenticate così come voglio esser dimenticato io. Adesso il mio obiettivo è cambiar vita e vivere una esistenza completamente diversa“.


Sarà. Ma rimane pur sempre il pugile ricordato come il più violento della storia.