Roma – Cercare un punto di equilibrio tra le esigenze delle finanze pubbliche, del mercato e della salute dei consumatori: è l’obiettivo del libro “Tassare il tabacco. Stato, Mercato e Salute”, a cura di Paolo Liberati e Massimo Paradiso ed edito dalla McGraw-Hill Education.
A margine della presentazione del volume, avvenuta a Roma in un convegno alle Scuderie di Palazzo Altieri, il professor Paradiso (Università di Bari e Centro di Ricerca di Economia e Finanza Pubblica-Cefip) ha spiegato così i miti e i paradossi della tassazione del tabacco in Italia: “Senz’altro il mito più nutrito negli anni è quello della possibilità di estrarre un gettito costante dalla tassazione del
tabacco ed è un mito che si rifà al passato.
“Nel caso italiano il passato era monopolistico e l’imposizione era ad valorem e in Italia lo è largamente rimasta, e la risposta dei consumatori agli aumenti della tassazione non era mai tale da destare serie preoccupazioni nel senso che il gettito era crescente, e il consumo di tabacco era anche crescente o al peggio stabile. La situazione è radicalmente cambiata, nell’ultimo ventennio ma soprattutto nell’ultimo decennio: nuovi prodotti, una percezione diversa del consumo di tabacco e della consapevolezza del danno che produce ma questo messaggio non è stato ancora colto dal legislatore e dalla burocrazia amministrativa. In Italia prevale l’imposta ad valorem, ma il gettito è decrescente.
“Allora quale deve essere la risposta a questo mito? Non può essere quella paradossale di continuare a portare su la parte ad valorem della tassazione, al fine di tutelare la salute e magari aumentare il gettito, perché altrimenti si ottiene una risposta esattamente contraria: perché l’elasticità della domanda non è come si è a lungo creduto, anelastica, cioè senza risposte da parte dei consumatori: le risposte invece arrivano e sono molto evidenti soprattutto quando si hanno aumenti significativi. Il rischio è perdere gettito senza tutelare la salute, perché l’imposizione ad valorem ha come effetto quello di produrre delle risposte dal lato dei produttori di tabacco, cioè di condurre a guerre di prezzo in cui ci sarà qualcuno disposto a perdere margini portando in basso il prezzo, con effetti sulla salute perché diviene più accessibile il pacchetto”.