Roma – Si può andare a Monteporzio Catone, nell’area dei Castelli romani, anche solo per visitare il Museo Diffuso del Vino. Si può andare a Monteporzio Catone anche solo per ascoltare dalla voce di Simona Soprano, responsabile del Museo, come Roma sia sempre stata una città in perenne costruzione, e che tutto il vino prodotto nei Castelli romani per la città eterna non è mai stato abbastanza, perché gli operai costruivano, rimodernavano e… bevevano.
“Dal Tevere – ha detto Soprano – arrivavano i cosiddetti vini navigati – ha detto ad Askanews la responsabile del Museo Diffuso del vino Simona Soprano – che arrivavano dal Porto di Ripetta, o dal Porto di Ripa Grande, che erano i vini della Tuscia, della zona del viterbese”. Perchè Roma beveva così tanto?
“E’ vero che ci ricordiamo tanti baccanali, ma in realtà è una contestualizzazione storica che bisogna fare: Roma è sempre stata, fin dalle epoche più antiche, una città in perenne costruzione, da sempre si è sempre rimodernato, rimodellato, strati su strati: sappiamo benissimo che a Roma se si scende anche 50 centimetri sotto il livello di calpestio si trovano i resti di, e di e di…”
” I castelli romani – ha concluso – erano tanti, se ci aggiungiamo anche i Prenestini sono ancora di più e quindi tutto questo vino da qualche parte doveva confluire, poi se il mestiere del vignaiolo era così diffuso significava appunto che era anche remunerato”.