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Spazio, 20 anni fa per la prima volta due italiani in orbita

Milano – Sono passati esattamente 20 anni da una data storica per la partecipazione dell’Italia alla corsa alla conquista dello Spazio. Era il 22 febbraio del 1996, infatti, quando nell’ambito della missione Shuttle “Sts-75” per la prima volta due astronauti italiani, Maurizio Cheli e Umberto Guidoni, venivano lanciati contemporaneamente in orbita.


Guidoni, secondo astronauta italiano dopo Franco Malerba, era il payload specialist dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) per il satellite al guinzaglio Tethered, al suo secondo volo. Cheli, pilota collaudatore dell’Aeronautica militare, era invece il primo astronauta “professionista” italiano, selezionato dall’Esa e dalla Nasa come mission specialist n. 2, una sorta di “terzo pilota” nella cabina di pilotaggio dello Space shuttle “Columbia”.


Così i due hanno ricordato il loro volo ai microfoni di askanews.


“Io mi sono goduto il mio lancio con lo specchietto in dotazione per vedere interruttori che non si riesce a raggiungere perché il casco previene la visuale – ha ricordato Cheli – e ho visto attraverso le finestre superiori dello shuttle il pad di lancio allontanarsi, poi la Florida, l’Atlantico e tutto. Me lo sono goduto guardando con un occhio in avanti gli strumenti e con un occhio indietro per vedere quello che succedeva dietro di noi”.


“Il momento che ricordo con maggiore affetto – ha aggiunto Guidoni – è la prima volta che mi sono affacciato alla cabina dello Shuttle e ho visto la Terra. Non riuscivo a mettere a fuoco i dettagli tanto era grande la scala di quello che stavo guardando ma era anche una grande emozione vedere il proprio pianeta dal di fuori. L’elemento che viene fuori è che la Terra sia molto fragile, intorno non c’è nulla e ti rendi conto di quanto questo ecosistema sia unico. È stata veramente una grande emozione”.


“Il giorno in cui mi hanno detto che avrei volato nello Spazio lo ricordo bene – ha ricordato Cheli – mi hanno chiamato nell’ufficio del capo degli astronauti e quando me l’ha detto è stato per me qualcosa di molto emozionante. Penso spesso a quest’esperienza è una cosa che segna anche per quello che si vede guardando la Terra”.


“Un elemento viene fuori quando guardi la Terra dallo Spazio – ha concluso Guidoni – è la sensazione che sia molto fragile. La vedi come una macchia di colore azzurro nel grande nero dello Spazio e intorno non c’è nulla. Ti rendi conto di quanto questo ecosistema sia unico”.


La Sts-75 si concluse il 9 marzo 1996, 15 giorni, 17 ore, 40 minuti e 22 secondi dopo il lancio. La doppia missione italiana, tuttavia, fu un successo solo parziale perché il filo che legava il satellite allo shuttle si spezzò per un corto circuito anche se i dati raccolti dimostrarono la validità dell’esperimento.


Per Cheli fu l’ultima volta nello Spazio, dopo divenne collaudatore del caccia europeo “Eurofighter Typhoon”, oggi costruisce e collauda ultraleggeri e ha appena pubblicato con successo il libro “Tutto in un istante”. Guidoni invece partecipò a una seconda missione, la Sts-100 nel 2001 e fu il primo europeo a entrare nella Stazione spaziale internazionale, anche lui oggi scrive libri e svolge l’attività di divulgatore scientifico.