Roma – Ha vinto quattro Goya, gli Oscar spagnoli, per miglior film, miglior regista esordiente, migliore sceneggiatura e attrice non protagonista, e ora “La vendetta di un uomo tranquillo” di Raùl Arévalo arriva nei cinema italiani il 30 marzo. Il film ambientato alla periferia di Madrid è un thriller con un crescendo di tensione che ha per protagonista José, uomo solitario e appararentemente innocuo, che realizza la propria vendetta sugli uomini che hanno rovinato la sua vita. Arévalo, attore molto celebre in Spagna al suo esordio alla regia, è venuto a Roma per presentare il suo film.
“Mi interessava rifuggire dalla violenza estetica: come spettatore apprezzo i film dei fratelli Coen, di Tarantino, che mostrano la violenza anche con un certo senso dell’umorismo, che permette di sfogare, liberare l’odio che tutti abbiamo dentro. Però nel mio film volevo rappresentare una realtà cruda, secca. Nella realtà la violenza è sempre brutta, come è brutto picchiare qualcuno e uccidere. Volevo proprio fare un’analisi critica della violenza”.
Lo spettatore viene completamente catturato dalla vicenda umana di Josè, e il realismo delle ambientazioni e della recitazione lo porta ad immergersi completamente nel suo mondo. Secondo il regista, però, la rabbia e la violenza fanno sempre più parte della vita di tutti noi.
“La violenza e la vendetta appartengono all’essere umano, ed è per questo che tanti film la raccontano. Però oggi sembra che la rabbia e l’odio siano ancora più forti, e la politica e la stampa non fanno altro che esasperare i toni, a volte senza che ce ne sia alcun bisogno. In Paesi in cui non c’è nessun conflitto né guerra, come la Spagna e l’Italia, sono spesso i politici a potenziare questo sentimento di odio”.