Washinghton – La scienza e la robotica superano anche gli ostacoli diplomatici; sei ragazze afgane hanno partecipato a un concorso di robotica per liceali, a Washington, negli Stati Uniti, nonostante le grosse difficoltà diplomatiche avute per ottenere il visto. Per due volte, infatti, le autorità americane hanno rifiutato le loro richieste, all’indomani delle nuove dure misure anti-immigrazione promosse dal presidente Donald Trump.
Il 30 giugno 2017, infatti, è entrato in vigore il controverso decreto anti-immigrati che vieta l’ingresso negli Stati Uniti da parte di cittadini di sei paesi a maggioranza musulmana: Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen, così come di tutti i rifugiati. L’Afghanistan, dunque, non è direttamente coinvolto ma le sei ragazze non avevano comunque ottenuto il disco verde per entrare negli States.
Tuttavia, proprio grazie all’intervento di Trump, le giovani – originarie della regione di Herat, nell’ovest dell’Afghanistan – hanno ottenuto in extremis il prezioso visto che ha consentito loro di partecipare al concorso. E dunque, dopo l’impasse diplomatico, largo alla competizione.
“È fantastico essere qui, con i nostri robot, e partecipare a questa prova”, dice la 14enne Fatema Qaderyan.
“Siamo molto riconoscenti al popolo americano, a Bernie Sanders, alla senatrice Shaheen e in particolare al presidente Trump. Senza il loro sostegno non avremmo potuto partecipare a questa competizione”.
“Non abbiamo molti mezzi e strumenti e abbiamo potuto fare cose semplici – spiega l’allenatore della squadra, Alireza Mehraban – per esempio abbiamo utilizzato una bottiglia di Coca-cola per un triciclo, realizziamo cose con materiale riciclato”.
Fino al 23 luglio 2017, a Washington piccoli geni in erba si sfidano dando vita a strabilianti invenzioni, raccontate – per l’occasione – da un giornalista sportivo che, in diretta, commenta le loro performance.