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Quindici talenti alla scoperta dei grandi innovatori gastronomici

Bologna – Il giro del mondo in 60 giorni, alla scoperta dei più importanti food hub, per scoprire le tendenze in fatto di cibo e le innovazioni dei processi nella filiera dell’agroalimentare. È la missione di Food Innovation Global Mission che prenderà il via a fine gennaio. Protagonisti assoluti del tour sono 15 talenti provenienti da Europa, Brasile, Stati Uniti, India, Cina, Giappone e Medioriente, selezionati all’interno del master di secondo livello dell’università di Modena e Reggio Emilia, del Future Institute di Bologna e dell’Institute for the Future di Palo Alto con il supporto della Regione Emilia-Romagna.


“L’esperienza sarà positiva se i nostri ragazzi saranno capaci di scoprire e scovare talenti, trovare innovazioni, mappare i food heroes che nel mondo stanno cambiando le cose, stanno creando degli impatti nelle loro comunità o inventando soluzioni che miglioreranno la nostra vita”.


Dopo lezioni frontali, laboratori e visite nelle aziende in terra emiliana, gli studenti affronteranno dieci tappe, là dove pulsa il cuore dell’innovazione e del cibo. Si partirà a fine gennaio dall’Olanda, dove Mark Post dell’Università di Maastricht ha inventato il primo hamburger in provetta, per incontrare in primavera a Londra il cuoco e conduttore televisivo Jamie Oliver, prima di concludere il 10 aprile a Tel Aviv.


Il tour volerà anche negli Stati Uniti: prima a Boston per visitare le vertical farming, poi a New York e a Davis dove è cambiata la geografia del vino, per arrivare alla Silicon Valley e sperimentare come le tecnologie hanno rivoluzionato le modalità di scelta del cibo. I giovani talenti si trasferiranno quindi in Asia per studiare prima i mercati tradizionali di Osaka e il manzo giapponese di Kobe, per poi affrontare il mix di sperimentazioni tra Oriente e Occidente a Singapore e il design factory di Shanghai. Ma il tutto sarà anche un’occasione per promuovere la “Food Valley” emiliana e il cibo made in Italy.


“Noi andiamo in missione, quindi da buoni missionari cercheremo anche di diffondere il verbo per rappresentare il nostro paese” sottolinea Sara Roversi. “Questa è una missione internazionale ma partiamo dall’Italia. Quindi in ogni città organizzeremo una 100% Italia Night dove cercheremo di portare con noi le aziende che generosamente hanno deciso di supportare le scholarship di questi ragazzi e darci una mano a realizzare questo progetto. Durante le 100% Italia Night racconteremo l’italianità e cosa il nostro paese non solo sa esprimere nel campo del food come tradizione ma anche per l’innovazione. Questo sarà il nostro biglietto da visita”.