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Pippo Pollina: cantare i rifugiati, duetto fra sacro e profano

Roma, 28 feb. – “Il terzo duetto è insieme a una cantante belga, un mezzosoprano classico, Odilia Vandercruysse, dell’Opera di Baviera. Con lei interpretiamo il primo brano dell’album, una canzone sui rifugiati che si intitola “Potrò mai dirti”. Mi piaceva l’idea di unire elementi di musica sacra con elementi di musica profana”. Così Pippo Pollina racconta uno dei duetti che contraddistinguono il suo nuovo disco “Il sole che verrà”, fra messaggio sociale e attenzione al privato.


“Io ho scritto spesso canzoni che trattano di questo argomento da quando nel 92 arrivarono questi barconi stracolmi di albanesi nelle coste adriatiche. Questo destino, il destino del continente europeo è stato stravolto da queste migrazioni disperate, che sono diverse da quelle anche disperate che hanno visto gli italiani andare in giro per il mondo. Queste migrazioni fanno pensare perché sono milioni di persone che non hanno alcuna paura all’idea di perdere la loro vita, la loro e quella dei loro bambini piccoli. Questo vuol dire che sono disposti a tutto”.


“Ho conosciuto questa coppia di rifugiati siriani in Svizzera e la loro storia mi ha fatto pensare. Ho scritto un pezzo dove l’elemento del privato, relativo al fatto che loro erano una coppia in crisi che durante il viaggio hanno ritrovato questa unione forte, si unisse a quello del pubblico, cioè al fatto che ci sono decine e centinaia di migliaia di persone che non possono più rimanere a casa, sono costretti ad andar via e affrontano tutto questo a rischio della vita” conclude Pollina.