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Musica, Lastanzadigreta e le sue “Creature selvagge”

Milano – Storie difficili da domare raccontate attraverso testi e suoni non convenzionali. Sono le “Creature selvagge” de Lastanzadigreta: il primo lp con 12 inediti della band piemontese nata nel 2009 formata da Leonardo Laviano, Alan Brunetta, Umberto Poli, Jacopo Tomatis e Flavio Rubatto. Un collettivo artistico di polistrumentisti che trova la sua espressione più viva sul palco dove si alternano senza schemi ai vari strumenti.


“Creature selvagge per Lastanzadigreta vuol dire tante cose, vuol dire canozni molto difficili da domare o da arginare sia a livello di influenze musicali sia testuale, sia gli strumenti sia i personaggi stessi che compongono la band, siamo 5


musicisti difficili da contenere in tutti i sensi”


Dal bidone dell’immondizia all’onnipresente marimba, dai tubi ai didjeridoo, il gruppo crea il suo suono affidandosi a strumenti musicali non convenzionali o di recupero, senza batteria e basso, fra sperimentazione e gioco.


“Sicuramente un suono di ricerca, di ricerca analogica l’idea è di ritrovare un suono partendo dallo strumento vero, arrivando a recuperare vecchi strumenti giocattolo o non più funzionanti in vari mercatini delle pulci che ci permettano d creare questo sound”.


Suoni che accompagnano testi nati per essere storie, quasi sempre di personaggi reali come Jurij Gagarin e Galileo Galilei.


“Quello che ci interessa è cercare di disintossicare tutti i testi dalle morali, pensiamo che oggi non ci sia bisogno di morali ma di storie che riescano ad aprirti un po’ la prospettiva, non vogliamo insegnare nulla a nessuno, vogliamo comunicare però un sacco di cose”.