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Milano: una Civica Scuola come ponte tra culture diverse

Milano – Comprendere e comunicare lingue diverse. La


Civica Scuola per interpreti e traduttori della Fondazione Milano


cambia sede e si trasferisce a ridosso della Darsena rinnovata. E


per sottolineare la sua storia e la sua vocazione di centro


“aperto”, di ponte tra culture diverse, dedica la struttura ad


Altiero Spinelli e si presenta alla città nel giorno della Festa


dell’Europa. Il direttore della Civica Scuola Interpreti e Traduttori, Pietro


Schenone: “Eravamo vicini a Expo, siamo venuti qui da due settimane, in una


nuova sede intitolata ad Alterio Spinelli. Credo che sia un


passaggio importante per noi e speriamo anche per la città”.


Nove le lingue studiate: italiano, inglese, tedesco, francese,


spagnolo, russo, nederlandese, cinese e portoghese.


La Civica scuola offre ai suoi trecento studenti corsi di laurea


triennale in mediazione linguistica e laurea magistrale in


traduzione, interpretazione e comunicazione internazionale. “Sono professioni che in termini scientifici si chiamano lingue


applicate, – spiegz Schenone – che significa anche rispetto dell’uomo e delle


culture, comprensione e non solo dell’ammirazione, la


comprensione delle culture che queste lingue rappresentano”.


Nella nuova sede – dotata di sala teatrale e di spazi e strutture


aperte al quartiere e alla cittadinanza – i principali articoli


della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, tradotti


nelle in tutte le lingue che qui vengono studiate, campeggiano


sulle pareti e sugli arredi. Sorta di didascalie etiche che


contribuiscono a costruire un’atmosfera aperta e piena di


energia. “Abbiamo un gruppo di studenti che sono anche immigrati di


seconda generazione – conclude Schenone – abbiamo molti studenti stranieri per essere


una scuola piccola, abbiamo messo a frutto queste differenze


auspicando che questi giovani che imparano a convivere tra loro


possono domani essere i migliori interpreti di un mondo dove si


costruiscono meno muri, perché questa è una delle cose che non


vorremmo vedere”.


Alla prima lezione interculturale è seguito un mini concerto


della civica scuola di musica Claudio Abbado.