Milano – A Milano c’è un museo che sulle sue pareti fa rivivere un’arte antica che ancora resiste. Il Museo del manifesto cinematografico, nella via Gluck resa storica da Adriano Celentano a cui è dedicata una sezione, mette in mostra oltre 150mila locandine, vecchie e nuove. Un’arte che è un punto fermo nella storia del cinema, spiega Laura Susan Bozzetti, vicepresidente del Museo. “Dietro un manifesto cinematografico c’è il mondo dell’arte, di pittori cartellonisti, il mondo della grafica, della pubblicità, di una società che viveva. Partiamo dagli anni Trenta quando nessuno aveva i nostri mezzi di comuicazione e poteva arrivare ad una sala cinematografica solo attraverso un manifesto cinematografico”.
L’intento del museo non è solo collezionare e mettere in mostra, ma mantenere viva l’arte delle locandine diffondendone la cultura, attraverso un lavoro di digitalizzazione e conservazione e tante proiezioni, mostre ed eventi che coinvolgono studiosi, scuole, bambini, a cui è dedicato lo spazio del museo incantato, e tanti giovani, chiamati a mettere in gioco la loro creatività.
Un punto di riferimento anche per la comunità che ora però è a rischio. “Portare avanti l’arte e la cultura è faticoso perché gli ingressi economici non danno possibilità di sostenerlo, siamo stati costretti a vendere lo spazio e siamo in questa situazione precaria in attesa di un luogo dove è possibile continuare l’arte e la cultura”.
Il museo, nato grazie alla passione di Giampietro Lessio, per ora resta negli spazi in affitto, ma la proprietà potrebbe avere altri progetti per l’area; un’eventualità a cui il museo vuol farsi trovare preparato con la garanzia di avere un altro spazio, magari da individuare insieme al Comune, in cui continuare a far vivere l’arte del manifesto e la magia del cinema.