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Meno 5 al referendum costituzionale in Turchia: esito incerto

Roma – A 5 giorni dal referendum costituzionale in Turchia diversi sondaggi indicano che il fronte per il sì e quello per il no sono ancora divisi a metà, con oscillazioni minime delle percentuali e senza fornire certezza del vantaggio di uno sull’altro.


Secondo l’analista Albulkadir Selvi, noto per le posizioni vicine all’esecutivo, è invece certo il vantaggio raggiunto dal sì che in caso di vittoria rafforzerebbe notevolmente i poteri del capo dello stato. “Ho davanti a me tre sondaggi. In tutti il sì è davanti con percentuali del 51%, 51,5% e 54%”, ha scritto Selvi sul quotidiano Hurriyet.


Resta però ancora l’11% degli elettori che non intende andare a votare. Il boicottaggio è infatti una delle questioni più temute del fronte del “no”.


Secondo i sondaggi chi ha deciso di astenersi dal voto sarebbe infatti un potenziale elettore contrario alla riforma costituzionale e convincere questo gruppo ad esprimere la propria preferenza risulta di vitale importanza per l’opposizione.


Tra i sostentori del “no”, concentrato ad una campagna più diretta – “da porta a porta” – Riza Turmen, ex giudice alla Corte europea dei diritti dell’uomo e tra i fondatori del movimento Unione per la democrazia, ha affermato che “nonostante il no non riesca a manifestarsi sui media, nelle piazze se ne percepisce la forza”.


Erdogan ha ripetuto più volte che coloro che vogliono la vittoria del “no” il 16 aprile sono i sostenitori del traditore della patria Fethullah Gulen, secondo Ankara il mandante del golpe, oppure del Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan.