Roma – La Direzione investigativa antimafia di Trapani ha sequestrato beni per un valore di 5 milioni di euro, tra cui appartamenti, terreni, conti bancari, automezzi, un’imbarcazione da diporto e tre aziende, agli imprenditori Marco Giovanni Adamo ed Enrico Maria Adamo, rispettivamente padre e figlio, originari di Castelvetrano, molto noti per il loro impegno nella politica locale.
Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Trapani, sezione misure di prevenzione. L’Imprenditore Marco Giovanni Adamo con le sue aziende è stato impegnato in grandi opere pubbliche e private, che hanno interessato le provincie di Trapani e Agrigento. Secondo le indagini si sarebbe sbarazzato dei concorrenti con metodi mafiosi, potendo contare sull’appoggio di Cosa nostra, grazie anche ai rapporti avuti fin dall’infanzia con il latitante Matteo Messina Denaro. E il figlio avrebbe seguito le sue orme, diventando amministratore delle aziende di famiglia quando il padre temeva di poter essere raggiunto da provvedimenti giudiziari.
In particolare, Enrico Maria Adamo, avrebbe consentito l’infiltrazione mafiosa delle imprese di Lorenzo Cimarosa, all’ epoca referente imprenditoriale di Cosa nostra, nei lavori per la realizzazione del centro comunale polifunzionale di Castelvetrano, formalmente aggiudicati da un’impresa ragusana, poi colpita da provvedimento interdittivo della prefettura di Trapani. Secondo il Tribunale, inoltre, anche i redditi d’impresa degli Adamo sarebbero da considerarsi illeciti, perché realizzati avvalendosi di metodi mafiosi.