Roma – Anish Kapoor, uno dei più importanti artisti contemporanei, ha scelto il Macro di Roma per esporre 30 opere, di cui 24 inedite, della sua ultima produzione. La mostra a cura di Mario Codognato sarà aperta fino al 17 aprile e testimonia la continua ricerca dell’ artista angloindiano in ambito formale e concettuale: qui le opere, realizzate negli ultimi 8 anni, sono fatte di materia lacerata, che assomiglia a carne viva, molto diverse da quel gioco di alternanza tra forme concave e convesse, dalle superfici liscie che caratterizzavano la produzione precedente. Rilievi e dipinti di silicone rosso e bianco, resina e pittura, sculture monumentali come la “Sectional Body Preparing for Monadic Singularity”, esposta l’anno scorso nel parco della reggia di Versailles, o il trittico di silicone dipinto a cera “Internal objects in three parts”.
“Il percorso di un artista è incerto, e l’incertezza è la cosa davvero interessante, bisogna sentire l’opera. Se pensate che la mostra non abbia niente a che fare con quello che pensavate di me, avete ragione.
Il significato non è un problema dell’artista, io spesso dico che non ho nulla da dire come artista. Il significato di un’opera si rivela nella relazione tra oggetto e colui che lo guarda. L’osservatore è una parte attiva dell’opera”.