Milano – La Turchia si prepara a votare il referendum costituzionale che potrebbe cambiare il suo sistema politico. Domenica 16 aprile i cittadini dovranno scegliere se lasciare in vigore l’attuale regime parlamentare o passare ad un regime presidenziale, che aumenterebbe i poteri del Capo di Stato dando il Paese in mano a un solo uomo. Gli ultimi sondaggi parlano di un Paese diviso fra chi teme l’accentramento di poteri nelle mani del presidente Erdogan, che già governa il Paese con pugno di ferro, soprattutto dopo il fallito colpo di Stato, e chi vede nella riforma un modo per rendere il Paese più forte sullo scacchiere internazionale. Ma la stabilità economica c’entra ben poco col referendum, secondo il parere di analisti come Atilla Yesilada.
“Penso che l’idea che il sistema presidenziale migliorerà la stabilità e lo sviluppo della Turchia sia pure propaganda. Non è basata su alcuna ricerca. In Turchia il problema non è la forma di governo, ma il fatto che la legge e l’ordine sono completametne sospese nel Paese, le istituzioni sono state svuotate”
La Turchia vive in stato d’emergenza e in un clima di forte tensione dopo il tentato golpe di luglio. Da allora sono state arrestate 43mila persone, 100mila indagate, licenziati oltre 136mila dipendenti pubblici. Recentemente anche un giornalista italiano, Gabriele Del Grande, è stato fermato dalle autorità turche: è trattenuto nel Paese da ormai cinque giorni.