Milano – Dieci anni di storia cruciali per Milano, dal momento peggiore della Seconda guerra mondiale, alle fondamenta di quello che poi diventerà il Boom economico. A Palazzo Morando il capoluogo lombardo riflette su se stesso con una mostra fotografica, “Milano, Storia di una rinascita. 1943-1953 dai bombardamenti alla ricostruzione”, curata da Stefano Galli. Alla inaugurazione era presente anche l’assessore meneghino alla Cultura, Filippo Del Corno.
“Credo che con questa mostra – ha detto dal palco – si definisca in maniera sempre più evidente il perimetro di lavoro che Palazzo Morando sta acquisendo nella nostra città, in virtù anche della preziosa collezione che custodisce, cioè quella di riuscire a raccontare l’immagine della città e riuscire a raccontare quelli che sono stati i processi essenziali nella formazione della identità della città di Milano”.
Un’identità che si è forgiata attraverso il dolore e gli orrori della guerra, ma anche con gli sforzi collettivi e, naturalmente, pure attraverso la cultura. Il giornalista e scrittore Tullio Barbato, che ha firmato uno dei testi in catalogo, ricorda così, da testimone diretto, il periodo della guerra. “Erano anni in cui nelle strade si sparava, tutti i giorni, oppure c’era una bottiglia molotov che andava a incendiare qualcosa, c’erano retate, oltre alle bombe, e quindi quelle sono cose che non si dimenticano”.
La mostra si concentra in particolare sul tema urbanistico, ma anche sui danni subiti da molti edifici storici milanesi, e nelle sale è possibile vedere, accanto alle fotografie, oggetti d’epoca, siano essi veicoli o elettrodomestici. Il tutto per comporre il doppio percorso di rinascita, tanto di una città che oggi è ai vertici in Europa, quanto di una cittadinanza nuova e più partecipe. “Le memorie vengono troppo spesso cancellate – ha concluso Barbato -. Questa mostra mette una pietra miliare perché il ricordo non si disperda ulteriormente”.