Milano – Violenze sessuali, mutilazioni genitali, matrimoni e gravidanze precoci… sono solo alcune delle forme di abuso esercitate nel mondo contro bambine e ragazze.
In Italia, nel 2015, ci sono stati 5.080 casi di violenze su minori; 6 vittime su 10 sono bambine o ragazze e oltre 770 hanno subito una violenza sessuale, spesso da coetanei. In aumento del 543%, inoltre, i casi di pornografia minorile. Questi dati sono stati elaborati per il nuovo dossier della campagna #InDifesa della Ong ‘Terres des hommes’ in collaborazione con la Uisp e presentati l’11 ottobre a Milano, in occasione della quinta giornata mondiale delle bambine e delle ragazze proclamata dall’Onu.
L’obiettivo è promuovere i diritti delle bambine nel mondo, garantendo loro istruzione, salute e, soprattutto, protezione da violenza, discriminazioni e abusi, come ha spiegato l’attrice e scrittrice Lella Costa, testimonal di Terres des hommes.
“Il cambiamento dovrebbe partire da noi – ha spiegato – cambiare il linguaggio, fare più attenzione, dare davvero ai nostri figli un’educazione all’ascolto e al rispetto anche con leggerezza, senza salire in cattedra, ma praticarla questa nuova maniera di convivenza tra esseri umani e davvero, in questo senso, tutti possiamo fare qualcosa”.
Nell’ultimo periodo, parole come “Sexting” e “cyberbullismo” sono entrate nel linguaggio comune come forme di violenza 2.0. Un segno dei tempi che cambiano e del fatto che le relazioni virtuali e un uso non corretto dei social network possono produrre storture con conseguenze talvolta irrimediabili, come nel caso dell’adolescente americana Amanda Todd, dileggiata dai compagni per una foto senza veli inviata via chat e portata all’esasperazione fino al punto di togliersi la vita. Così la blogger, Selvaggia Lucarelli.
“È necessario spiegare ai ragazzi quanto oggi non ci sia alcuna differenza tra virtuale e reale – e quanto il virtuale abbia conseguenze concrete sulla vita reale e quanto i due fenomeni collimino”.
La #OrangeRevolution e la campagna #InDifesa di Terres des Hommes hanno coinvolto a tutto tondo anche il comune di Milano che ha aderito all’iniziativa esponendo uno striscione arancione sulla facciata di palazzo Marino.
Al sindaco Beppe Sala, inoltre, è stato consegnato il premio InDifesa per l’impegno a favore dei diritti delle bambine e delle ragazze.
“Credo – ha spiegato Sala- che negli ultimi anni Milano sul tema della ‘non discriminazione’ e della lotta alla violenza e a ogni tipo di sopruso ha fatto la sua parte ma deve fare ancora di più”.
Una curiosità: l’arancione è stato scelto sia perché è il colore che ha contraddistinto numerose rivoluzioni in giro per il mondo, sia per rompere gli stereotipi che impongono il rosa come colore per le bambine.