Magazine RDS

La Metafisica e il senso del luogo: Chaimowicz in Triennale

Milano – Un incontro tra le suggestioni di un’avanguardia storica come la Metafisica, le atmosfere di uno spazio architettonico come il Palazzo dell’Arte di Giovanni Muzio a Milano e la pratica di un artista contemporaneo che si muove con senso anticipatorio tra diversi media come il britannico Marc Camille Chaimowicz. Alla Triennale di Milano il direttore della sezione arte Edoardo Bonaspetti ha immaginato la mostra “Maybe Metafisica”, nella quale Chaimowicz ha creato una connessione tra la storia, il luogo e il proprio lavoro. Come spiega la curatrice dell’esposizione Eva Fabbris.


“A partire dalla presenza dei Bagni misteriosi del 1973 nel giardino del Palazzo dell’Arte – ci ha detto – è nata una riflessione su quanto effettivamente alcune stanze formali e contenutistiche della Metafisica fossero già molto presenti nel lavoro di Chaimowicz. Per di più la sua pratica spesso offre omaggi, entra in relazione, abbraccia la pratica di altri autori, soprattutto dell’epoca dell’avanguardia e anche precedenti, della fine dell’800”.


E così nelle stanze della Triennalesi incontrano parti di architetture definite, oltre che dal materiale, anche dalla luce, oppure scene di intimità domestica, o ancora piccole videoproiezioni, elementi decorativi, fino ad arrivare a un importante lavoro che però è visibile solo attraverso dei fori in un sipario.


“La pratica di Chaimowicz – ha aggiunto Eva Fabbris – è una pratica altamente multidisciplinare, direi di più: direi che, e in questo gli tributano un ruolo di maestro e di precursore molti artisti della generazione più giovane di lui e questo è un altro aspetto che ha convinto Edoardo Bonaspetti a volere Chaimowicz qui in questo momento, è un precursore nell’idea di avere mescolato architettura, artigianato, performance, installazione, dimensione teatrale, dimensione interattiva. Questo è un fil rouge costante nella sua operatività”.


La mostra di Chaimowicz, cui contemporaneamente è dedicata una esposizione anche alla Serpentine Gallery di Londra, resta aperta al pubblico in Triennale fino all’8 gennaio 2017.