Arang Kel, Kashmir – Le tensioni internazionali finiscono per ricadere anche sulla fauna selvatica del Kashmir, la regione nella parte settentrionale del subcontinente indiano, inserita tra India e Pakistan che ne rivendicano la sovranità.
Tutto nasce a causa della cosiddetta Line of Control, la linea di controllo e demarcazione militare, eretta nel 2007, che divide le zone del Kashmir controllate dall’India da quelle pachistane. Negli anni ha impedito infiltrazioni di guerriglieri dal Pakistan ma ha anche bloccato la libera circolazione di molte specie che sino ad allora godevano di libero transito.
La fauna selvaggia è messa in pericolo dalla deforestazione che ha distrutto gli habitat naturali delle specie indigene, ora costrette a spostarsi verso gli insediamenti umani, predano il bestiame e distruggendo i raccolti. Con effetti conseguenti facilmente immaginabili.
“La minaccia peggiore per la fauna del Kashmir pachistano”, spiega Yusuf Qureshi, ex direttore del dipartimento regionale del settore Caccia e pesca, “risiede nel fatto che la maggior parte delle aree forestate si trova nella zona protetta nei pressi della Line of Control. Qui si fronteggiano reparti militari indiani e pachistani che spesso si scambiano colpi di arma da fuoco, una situazione che disturba molto gli animali”.
“La fauna ripiega verso le zone abitate in cerca di cibo e diversi esemplari finiscono per venire uccisi da chi vuole difendere mandrie e raccolti”, sottolinea Naeem Dar, vice direttore del settore Caccia e pesca regionale. “Dal 2007, una trentina di leopardi, cinque orsi e diversi orsi bruni sono stati abbattuti”.
Un effetto collaterale del doppio sbarramento di cavalli di frisia che si allunga, come la cicatrice di un moderno Frankenstein, lungo la frontiera del Kashmir, impedendo il passaggio a qualsiasi essere vivente intenzionato a varcare la soglia di una delle aree di attrito più calde e pericolose del pianeta.