Milano – E’ l’Italia il Paese europeo che subisce più attacchi informatici. E nel mondo i crimini di questo tipo sono in forte aumento. Ancora tanti oggi usano le tecnologie informatiche senza un’adeguata protezione in una Rete sempre più piena di trappole. Se ne è parlato al Security Summit di Milano, che ha affrontato problemi e possibili soluzioni per un fenomeno, i cyber attacchi, che nel 2017 è previsto ancora in crescita, con un boom di minacce per i dispositivi mobili e di “malware” studiati su misura per rendere più difficile l’identificazione attraverso i tradizionali antivirus.
Nel 2016 sono stati 1.050 gli attacchi che hanno provocato danni significativi per le aziende, con perdita di reputazione del marchio, della fidelizzazione dei clienti e delle opportunità di business. Ma proteggersi, per le aziende, è un costo. Ne vale la pena? Lo abbiamo chiesto a Valerio Pastore, presidente e fondatore di Boole server: “Assolutamente sì, ne vale la pena. Perché oggi le aziende che subiscono attacchi informatici di grande entità, come è successo per la Apple, significa perdita di credibilità, perdita finanziaria, ci sono anche aziende il cui il titolo in borsa è crollato dopo azioni di hackeraggio dei propri sistemi. Costa poco proteggersi, però costa tanto quando si viene attaccati”.
E le piccole aziende? “Le piccole aziende devono cominciare a proteggersi. Ci sono strumenti che permettono di proteggere i file, le e-mail in particolare, che sono le più attaccate, con pochissimi e irrisori investimenti rispetto a quello che potrebbe succedere in caso di attacchi”.
Anche per l’uso domestico della tecnologia l’esperto offre dei consigli: “Sicuramente l’antivirus è la prima soluzione. L’antimalware uguale. Ma nello stesso tempo bisogna stare attenti a quello che si fa. Dove si naviga, dove si scrive, che cosa si conferma, quali sono i siti che si vanno a visitare. Non bisogna credere a tutto e bisogna evitare posti sconosciuti”.
L’Italia è ancora impreparata da questo punto di vista e diventa uno dei bersagli preferiti. “Ci sono milioni di casi che avvengono in Italia, tra l’altro è uno dei Paesi più attaccati d’Europa”. “Questo è un indice che noi italiani diamo troppo fiducia al mondo Internet che io definisco in chiaro, invece dobbiamo rendere ancora più riservate le nostre informazioni”.