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I robot dell’IIT, figli della tecnologia ispirata dalla natura

Roma – “Noi all’Istituto Italiano di Tecnologia partiamo da un approccio bio-ispirato, che vuol dire che osserviamo quello che ha fatto la natura in 3,5 miliardi di anni e cerchiamo di copiarlo in


soluzioni ingegneristiche”.


Parte da qui Giorgio Metta – direttore dell’iCub Facility dell’IIT – per introdurre il pubblico presente al Piccolo Eliseo di Roma nel mondo della ricerca robotica. L’incontro con il “padre” di iCub – il robot


umanoide dalle fattezze infantili, capace di muoversi, parlare,


rispondere, riconoscere oggetti in modo autonomo – è il secondo


del ciclo di 6 appuntamenti organizzati da BrainCircle Italia per


spiegare al grande pubblico l’impatto sul nostro quotidiano delle


più avanzate ricerche scientifiche e tecnologiche.


Metta ha parlato e ha fatto vedere diversi tipi di robot nati


all’IIT: Walkman (1,85 mt di altezza per 100kg di peso, capace di


muoversi, girare valvole, manovrare utensili),


CoMan (robot atletico), HyQ2Max (robot quadrupede


lungo e alto 1 metro, capace di camminare e correre), l’ormai noto iCub, e R1 che potrebbe diventare il robot domestico del futuro con costi molto più ridotti rispetto a iCub (15mila euro immaginando una


produzione di 1000 esemplari, contro i 250mila del piccolo


umanoide pensato per fare ricerca).


“La cosa interessante – spiega Metta – è che a un estremo abbiamo


questi robot altamente sofisticati, umanoidi ma, partendo da


questi studi (si tratta di robot per fare ricerca, non sono


applicativi veri), possiamo derivare delle applicazioni. La prima


cosa che siamo riusciti a far diventare applicazione ad esempio è


una robotica per fare riabilitazione post-traumatica. Quindi –


prosegue l’ingegnere dell’IIT di Genova – la stessa tecnologia,


gli stessi motori, gli stessi sistemi di controllo che noi


abbiamo studiato diventano il fisioterapista robotico, che non


sostituisce il fisioterapista ma consente ai pazienti di seguire


un programma di riabilitazione per un periodo più lungo”.


“Le tecnologie poi – aggiunge Metta – possono diventare quelle


della nuova robotica industriale. Si sente parlare tanto di


Industria 4.0 e alcune di queste tecnologie andranno a impattare


nell’industria, oppure diventeranno robotica per la medicina


oppure, più a lungo termine, la robotica per l’assistenza


personale. Quindi, effettivamente, il robot in ogni casa”.