Milano – “Siamo stati trattati in modo corretto, immagino anche grazie all’intervento del consolato. La presenza di una persona straniera ha in qualche modo protetto anche gli attivisti russi, non c’è stata alcuna violenza”. Lo ha detto Yuri Guaiana, l’attivista italiano per i diritti degli omosessuali, trattenuto ieri in una caserma di Mosca e rilasciato dopo alcune ore di fermo. “Noi al governo italiano – ha aggiunto – chiediamo di fare in modo di attivare una procedura facilitata per i visti delle vittime delle persecuzioni in Cecenia. È una cosa che non costa davvero molto e che non mette a repentaglio i rapporti con la federazione russa, ma che può salvare la vita di varie persone. Sulle persone uccise sono accertati da tre a quattro casi, dalle associazioni russe, e di questi abbiamo le prove concrete, ma c’è il timore che siano molti di più. Quanto agli arresti all’inizio si era scoperta solo una prigione con cento arresti, ma poi sono diventate addirittura sei. Non abbiamo idea del numero di arresti perché nelle stesse celle ci sono reclusi sia omosessuali, sia tossicodipendenti, sia dissidenti politici”.
Guaiana: in Cecenia gay uccisi, Italia accolga i perseguitati
