Londra – La natura dello spazio e la geometria della leggerezza. Visitando la mostra che la galleria Mazzoleni di Londra dedica a Lucio Fontana e Fausto Melotti non si può non soffermarsi sul rapporto di contiguità intellettuale che le opere di uno mostrano a confronto con quelle dell’altro. Amici dai tempi di Brera, entrambi allievi di Adolfo Wildt, Fontana e Melotti hanno interpretato il Novecento in modi che, a ben guardare, hanno molti punti in comune e, comunque, dal reciproco accostamento traggono ulteriori motivi di fascino. Come se la loro conversazione sull’arte continuasse all’infinito.
“Io penso che Fontana e Melotti siano due artisti che dovrebbero sempre essere esibiti insieme”. Luigi Mazzoleni, direttore della galleria londinese, non ha dubbi sulla forte relazione tra i lavori esposti, e in più di un caso si ha la sensazione che ciò che Fontana ha tolto dalle sue superfici incise sia diventato la materia quasi impalpabile con cui Melotti ha costruito le proprie forme scultoree, lievi ma assolutamente precise.
“È una mostra che andava fatta a Londra – ha aggiunto il direttore – perché secondo me mancava, non erano mai stati accostati questi due artisti e quindi abbiamo deciso di farla e di chiudere il 2016 con questa mostra, con tutti i parallelismi tra i due artisti”.
Parallellismi che si possono cogliere nelle numerose opere che compongono “Spazi angelici e geometrie infinite”, esposizione curata da Daniela Ferrari con il gusto della ricerca sul lavoro di Fontana e Melotti, che si traduce poi anche nell’interesse del mercato londinese. “Devo dire – ha concluso Luigi Mazzoleni – che da quando abbiamo aperto reagisce molto bene, questa è una delle cinque mostre importanti che abbiamo fatto negli ultimi due anni e reagisce molto bene, naturalmente se si parla di artisti che hanno un certo background, una certa storicità”.
Tra i tagli delle tele e le linee spaziali, tra le forme aperte e gli squarci, la mostra da Mazzoleni a Londra resta aperta al pubblico fino al 18 novembre, in tempo per prendere parte all’ormai imminente trentesimo anniversario della galleria madre a Torino.