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Dopo “Don Matteo” Frassica e Insinna insieme in “Dopofiction”

Roma – E’ appena terminato il “Dopofestival” e ora su Rai1 arriva il “Dopofiction”. L’idea è venuta a Nino Frassica, che condurrà il programma dal 16 febbraio, ogni giovedì, alle 23.35, insieme a Flavio Insinna e Nathalie Guetta. Sarà un salotto televisivo, di intrattenimento ma anche di riflessione, dove si chiacchiererà e si scherzerà con i protagonisti delle fiction Rai di oggi e si faranno delle incursioni nella tv del passato, quella in bianco e nero degli sceneggiati. Nella prima puntata ci saranno ospiti Elena Sofia Ricci, protagonista della fiction “Che Dio ci aiuti”, Giuseppe Fiorello che presenterà “I fantasmi di Portopalo”, Daniele Liotti e Terence Hill che si sono avvicendati in “Un passo dal cielo”.


Le fiction occupano ormai quattro prime serate Rai, spesso con grande successo, affrontando temi sempre nuovi, spesso di grande attualità.


“Un giorno, quando si parlerà dell’Italia, attraverso le fiction si vedrà com’era l’ Italia di questi giorni, molte fiction parlano del quotidiano, del contemporaneo. E poi per gli attori è stata una manna, perché al cinema lavoravano sempre gli stessi, e nella fiction anche… Poi un regista non fa più un film l’anno, come una volta, adesso fanno un film ogni quattro anni tutti gli autori, e invece gli attori, che sono gli artigiani, quelli che dovrebbero lavorare, non solo gli attori, i tecnici, aspettano l’autore che si sbriga un giorno e dice ‘non ci sono soldi’. Dici: ‘Ma tu hai aspettato 4 anni?. Però non ci sono soldi’. Quindi viva la fiction”.


Frassica e Insinna arrivano alla conduzione del programma insieme dopo aver condiviso per anni il set della fiction “Don Matteo”, e in “Dopofiction” ospiteranno anche tante maestranze, tecnici che tengono vivo un settore dell’ audiovisivo sempre più importante.


“E’ un talk, però se uno volesse dire un titolo: ‘Porta a porta con fregatura’” scherza Insinna. “Se Nino mi chiama, a meno che non sia una rapina a mano armata vera e non per finta (gli direi: Nino aspetta, vediamoci), con Nino Vai, perché lo trovo della sua generazione il più vivo, il più vitale, il più creativo, è incessante, verso se stesso e quelli che lavorano con lui, non gli riesci a stare dietro, e questo mi entusiasma”.