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Cracco e le patatine San Carlo: do una mano ad apprezzarle meglio

Milano – Come testimonial ci ha messo la faccia, come chef, bistellato, ci ha messo le idee per servire in modo alternativo la classica patatina da aperitivo. Nella cornice di Carlo e Camilla in segheria, a Milano, Carlo Cracco si è divertito con gli abbinamenti per le rustiche della San Carlo, di cui dal 2014 è testimonial. Usata come sostituto della classica


fetta di pane, lo chef ha abbinato la patatina dall’iconico


taglio ondulato della San Carlo a prodotti di stagione come il


broccolo, o a un più esotico avocado (rigorosamente dalla buccia


scusa per essere sicuri che sia maturo, ha avvertito), a dei


tradizionali pomodori a concassè o, per finire, a un più


sofisticato filetto di alice marinata al pepe rosa.


“Cerchiamo di usare prodotti stagionali come il broccolo o anche


frutti come la mela cotogna, ridotta in purea, privilegiando i


prodotti più facili da trovare”, ha detto Cracco, a suo agio


nella veste di testimonial.


E guai a chiedergli come coniughi il suo ruolo di testimonial per San Carlo con l’alta cucina del suo ristorante milanese, a cui la guida Michelin anche quest’anno ha confermato le due stelle:


“Sono due cose diverse, io non faccio le patatine, do solo una


mano ad apprezzarle meglio”, ha detto a margine dell’iniziativa”.


Quella di San Carlo è la storia di una industria alimentare italiana che dura da 80 anni: nel 1936 a Milano la


famiglia Vitaloni apre una rosticceria intitolata a San Carlo, in onore della vicina chiesetta di San Carlo al Lazzaretto. Tutti i giorni Francesco Vitaloni produce “patatine croccanti” che fa distribuire in bicicletta ogni giorno alle panetterie e ai bar della zona. Da quella rosticceria è nata la San Carlo che conosciamo oggi, prima azienda dell’Europa continentale a produrre patatine.