Roma, – Nella valle della Loira, Chaumont sur Loire è un luogo particolare, un centro di arte contemporanea dove le opere sono adattate agli ambienti del castello. L’addetto alle relazioni pubbliche Dominique Jauzenque ci racconta alcune di queste opere d’arte. Come questo albero di Henrique Oliveira, “Momento fecondo”: in teoria una esposizione temporanea, troppo interessante per essere smantellata.
Qui c’è una sintesi perfetta della creazione a Chaumont: opere costruite per uno spazio preciso, in situ. Questa del brasiliano Oliveira è ispirata alla storia del “Piccolo principe” di Saint Exupery.
O come questa opera monumentale dell’artista africano El Anatsui, Leone d’Oro alla Biennale d’arte di Venezia nel 2015: ospitata dalle stalle del castello, è tutta costruita con scarti di bottiglie ed è stata ingrandita e rifatta per questo spazio.
O come i film sulla natura di Davide Quayola, che cerca di destrutturare l’atto del dipingere decomponendo l’immagine come se dal video si potesse tornare al pennello.
E infine la cappella creata da Caterina de’ Medici, che assisteva alla Messa dalla balconata senza bisogno di abbigliarsi.
“Qui vediamo la creazione di due artisti svizzeri, Gerda Steiner e Joerg Lenzlinger, un’opera vegetale che diventa un’ode alla mistica della natura, la natura che dopo la scomparsa dell’umanità, riutilizza tutti gli oggetti umani per farne un luogo di preghiera”.
Un futuro distopico ma coloratissimo, pensato per intonarsi alle vetrate della cappella di Caterina.