Chambord – E’ il più grande dei castelli della valle della Loira, forse è il più celebre ma anche il meno abitato nei secoli. Chambord, gigantesca sfida architettonica del re Francesco I, fu costruito a partire dal 1519 come un monumento alla sua persona. Un maschio centrale, quattro torrioni, due ali simmetriche. Emeline Dedieu è guida al castello: “Questa è una zona di paludi, e il re costruirà il più grande castello mai costruito all’epoca, dove nessuno aveva osato vivere. 1:49-2:02 Certamente è un capolavoro d’architettura ma è impossibile da riscaldare in inverno e all’epoca, infestato dalle zanzare in estate”.
E’ nato come il ritratto in pietra del monarca, capolavoro anche di propaganda. Tanto che al terzo piano il soffitto è coperto da duecento stemmi con la F di Francesco e la salamandra, il suo simbolo.
In questo progetto ciclopico, il sovrano inserì elementi della nuova moda architettonica che veniva da sud. Non ci restano documenti né dei progetti, né degli architetti, ma sappiamo che oltre a Leonardo da Vinci, già defunto, erano tanti gli italiani che vivevano alla corte di Francesco. E a questo risale probabilmente l’uso di pietre bicolori per richiamare i marmi toscani.
“Su una base tradizionale di architettura francese – il bastione, le torri – la caratteristica di Chambord è la mescolanza armoniosa con elementi dell’architettura italiana: le logge, la geometria, i tetti a terrazza, belli quanto inadatti al clima della regione…” spiega Dedieu.
Un castello inabitabile, con una sorpresa al centro, pensata solo per stupire: “Al centro del bastione c’è il primo scalone che in Francia sia posto al centro di un edificio. E’ anche uno scalone aperto, il che permette di rendersi conto che è doppio: è composto da due rampe, che si avvitano attorno a un fulcro; si può salire e scendere vedendosi ma senza incontrarsi” spiega Dedieu.
Salone albero e fuoco. Francesco I morì senza aver visto completata l’opera, e i suoi successori se ne disinteressarono. Tutti fino a Luigi XIV, che riprese i lavori due secoli dopo; forse, il re Sole capì l’ansia megalomane di Francesco.