Roma – Come se non bastassero la saga dell’acqua,
e la piaga della spazzatura, Roma si trova alle prese con la crisi del trasporto pubblico dell’Atac. Ormai sono ufficiali le dimissioni del direttore generale della municipalizzata, Bruno Rota:
Dopo le interviste che parlavano non solo di conti insanabili e mezzi decrepiti ma anche di assenteismo alle stelle, un’azienda alla rovina. La giunta Raggi aveva replicato che Rota aveva carta bianca, poteva dare dei segnali.
E il direttore generale aveva risposto su Facebook accusando i 5 stelle di aver solo proposto nomi di amici da promuovere, non dirigenti da cacciare. “Non intendo fare da capro espiatorio”, aveva detto al Corriere della Sera. Poi la rottura. Rota è il terzo capo dell’Atac a lasciare il posto nell’era Raggi.
E poi? I cittadini nell’afa estiva, rassegnati al dissesto, ai ritmi già rallentati e alla metro A che chiuderà una tratta per tutto agosto, oscillano fra proposte e rassegnazione. “Non funziona molto bene, soprattutto a Termini dove per prendere la metro c’è moltissima gente sulla banchina, per cui si rischiano incidenti come è successo recentemente”
“Il servizio Atac in definitiva non penso che sia così disastrato come dicono. Forse ci vorrebbe un potenziamento della linea tranvaria e un potenziamento del parco mezzi”.
“Il problema è che non c’è manutenzione degli autobus e neanche aggiornamento del personale, che non è qualificato. A volte passano a volte no. I controllori devono passare e si devono comportare allo stesso modo con gli italiani e con gli stranieri, e non lo fanno”.
“Magari si potrebbero inserire dei turni di rotazione del personale per cui chi non fa l’autista fa il controllore e viceversa”.
“No gli stranieri fanno quello che vogliono qui in Italia. Soprattutto extracomunitari parliamo. No neanche i romani pagano, io parlo di delinquenti che vanno arrestati sia italiani che stranieri.
“No comment… Totò diceva ‘e ho detto tutto'”.
“Sia la metropolitana spesso che gli autobus. Però non è che funzionano più di tanto. Rotti, senza aria condizionata, spesso saltano le corse. Che le devo dire? Siamo a Roma?”