Roma – Due diciottenni e una maternità imprevista. E’ “Piuma” di Roan Johnson, il secondo film italiano in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. Una commedia su due ragazzi, Ferro e Cate, che non si sono ancora resi conto di quello che sta per capitargli e vorrebbero solo pensare alla maturità, alle vacanze con gli amici, ai loro sogni, sono impreparati, così come i loro genitori, alla nuova vita e ad assumersi responsabilità.
Il regista: “E’ una commedia leggera ‘Piuma’ e con il cuore dalla parte giusta, racconta questi due ragazzi di fronte alla gravidanza inaspettata ma anche i loro genitori che dovrebbero diventare nonni e non sono pronti. Questi eventi buffi e poetici coinvolgono ragazzi e adulti”.
Johnson non racconta una generazione di giovani fannulloni. “Incontrando gli attori Luigi Fedele, Blu Yoshimi e gli altri mi sono dovuto ricredere su questo stereotipo della nuova generazione di ‘imbecilli’ che non sanno cosa fare. Anzi, guardando loro mi sono chiesto: ma io a 16, 17 anni cosa facevo? Possibile che ero così immaturo e scemo? Il personaggio di Ferro ha la testa tra le nuvole ma ha capito cose non scontate, come che nella maternità la scelta è della donna e lui poi le starà a fianco”.
Un onore per lui essere a Venezia, in concorso, con una commedia che ha definito poetica e un po’ magica. “E’ chiaro che una commedia in concorso a Venezia è un evento raro, io spero sia la prima di una serie, il cinema italiano sta bene, e la commedia diversa dai cinepanettoni va molto bene al cinema, e credo che debba avere anche spazio nei festival, finalmente direi”.